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Poliziotta transgender picchiata da ultras a Trento

Poliziotta transgender picchiata da ultras a Trento

L'aggressione in un bar dopo un battibecco,'c'è un brutto clima'

TRENTO, 22 febbraio 2025, 19:18

di Stefan Wallisch

ANSACheck
Un auto della Polizia di Stato alla Questura di Trento (immagine d 'archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un auto della Polizia di Stato alla Questura di Trento (immagine d 'archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Doveva essere un saluto all'amica barista, prima di tornare a casa, ma la breve tappa al pub si è trasformata in un incubo che non dimenticherà mai più. A Trento una poliziotta di 53 anni, che sta ultimando il percorso di transizione sessuale da uomo a donna, è stata picchiata a calci e pugni da tre ultras, dopo un breve battibecco. A ricordarle la violenza due profonde cicatrici sulla fronte, che resteranno lì per sempre.

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha chiamato il capo della Polizia, Vittorio Pisani, per informarsi sui fatti ed ha espresso vicinanza nei confronti dell'agente. La vittima, che è di Trento ma che da oltre dieci anni lavora fuori città, racconta l'aggressione ai giornali locali L'Adige, Corriere del Trentino e Il T. Sono circa le tre di notte del 15 febbraio, la notte di San Valentino. La poliziotta, fuori servizio e in abiti civili, entra nel locale nei pressi dello stadio di calcio, per salutare la cameriera.

Al suo interno si trovano i tre ultras e al momento di uscire uno di loro urta la cliente. Al suo invito di fare più attenzione l'uomo risponde con offese pesantissime. A questo punto lei gli da uno schiaffo, e da lì è partito il violento pestaggio. La vittima a un certo punto riesce a lasciare il locale e in macchina si reca al Pronto soccorso dell'ospedale Santa Chiara, dove le vengono applicati 18 punti di sutura. La prognosi è di trenta giorni.

L'agente ha sporto denuncia, anche perché conosce uno degli aggressori di vista. Anche lei è tifosa di calcio e frequenta lo stadio Briamasco, ma ha l'abbonamento in un altro settore. I colleghi della questura di Trento in queste ore stanno ricostruendo l'esatta dinamica, sentono tutti i testimoni e visionano le telecamere di videosorveglianza del locale e delle zone limitrofe. Nel frattempo il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, sui social media ha espresso la sua piena solidarietà alla vittima. "È una violenza che ci lascia sgomenti. A Trento non c'è spazio per chi discrimina. Dobbiamo dirlo con forza e lavorare su una cultura del rispetto, cominciando dai nostri bambini. E mi auguro che i tifosi veri sappiano per primi isolare persone che con i valori dello sport nulla hanno a che fare", ribadisce Ianeselli.

La vice presidente della Provincia di Trento, Francesca Gerosa, manifesta "a lei tutta la mia vicinanza e agli aggressori, mossi dall'odio e in una logica di branco, tutto il mio disprezzo. Quanta intolleranza, quanta violenza, ma soprattutto quanta ignoranza". Rosario Coco, presidente di Gaynet, attacca "il silenzio assordante del governo sulla violenza omotransfobica ormai quotidiana", che "non si interrompe nemmeno quando viene toccata l'uniforme". Per la poliziotta qualcosa è comunque cambiato. Confessa ai cronisti di non aver mai avuto paura prima: sorrisi, battute e anche offese, che fanno anche molto male, ma nessuno si era mai spinto oltre. Finora non era mai stata vittima di violenza fisica. Ora invece sì. "Fino a qualche anno fa credo che una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere. C'è un brutto clima", commenta con rammarico la 53enne. 

   

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