In Valsugana, nel cuore delle Alpi
orientali, in Trentino, è in atto "un preoccupante declino delle
aree prative semi naturali, in particolare nelle zone di bassa
quota, dove molte di esse sono state sostituite da vigneti,
frutteti e insediamenti rurali. A media quota, invece,
l'abbandono dei pascoli tradizionali ha spesso favorito il
ritorno di arbusti e alberi, trasformando progressivamente
questi ambienti in boschi. Anche alle quote più elevate, sebbene
l'ecosistema si sia mostrato più stabile, si sono osservate
modifiche nella composizione delle specie, con una riduzione
delle piante tipiche delle alte montagne a favore di specie più
comuni, probabilmente favorite dal riscaldamento globale e
dall'aumento delle concimazioni del suolo". Lo comunica la
Fondazione Museo Civico di Rovereto che ha collaborato ad uno
studio coordinato dall'Università di Siena.
L'indagine ha analizzato l'evoluzione della vegetazione
ripetendo, nel 2022, 115 rilievi effettuati tra il 1986 e il
1988 da Filippo Prosser, botanico del Museo civico di Rovereto,
allora laureando. I ricercatori hanno così esaminato i
cambiamenti nella biodiversità vegetale e le trasformazioni
degli habitat dal fondovalle alle vette.
Lo studio ha documentato un fenomeno di 'turnover': molte
piante sono state sostituite da altre più adatte alle nuove
condizioni ambientali. In particolare, si è registrato un
aumento di specie nitrofile (che richiedono terreni ricchi di
azoto) di scarso pregio estetico a bassa e media quota e una
diminuzione dei prati magri (che richiedono concimazioni non
eccessive) con la riduzione delle specie tipiche di questi
habitat, spesso caratterizzate da vistose fioriture.
"L'abbandono delle pratiche tradizionali di gestione del
territorio, come il pascolo e lo sfalcio, ha avuto un ruolo
cruciale, soprattutto a media quota, favorendo la
ricolonizzazione da parte di alberi e boschi. Parallelamente,
nelle aree di fondovalle, l'intensificazione agricola ha
trasformato molti prati in coltivazioni intensive come vigneti,
meleti e piantagioni di piccoli frutti, o aree urbanizzate,
favorendo così le specie nitrofile. Ancora più allarmante è il
destino dei prati ancora falciati: oggi vengono concimati in
misura molto maggiore rispetto al passato, con un impoverimento
della loro flora", spiega Prosser.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA