Una 'mostra omaggio' all'artista
che visse l'orrore del lager, riuscendo nel mentre a raccontarlo
in un diario. Ad organizzarla gli Uffizi, in occasione del
Giorno della memoria: protagonista del focus espositivo al primo
piano della Galleria il pittore di origini ebraiche Aldo Carpi
(Milano 6 ottobre 1886-27 marzo 1973). Tre le opere appartenenti
alle collezioni del museo, che compongono la testimonianza. Si
tratta degli autoritratti del 1925 e 1964 e di Dopo cena
(ordinariamente esposta nella Galleria d'Arte Moderna a Palazzo
Pitti) del 1913.
Artista affermato fin dal primo decennio del Novecento,
apprezzato professore dell'Accademia di Belle Arti di Milano
dagli anni Trenta, autore di una pittura fantasiosa e non
inquadrabile, Carpi verrà internato, in seguito ad una delazione
sulle sue origini, nel campo di concentramento di
Mauthausen-Gusen dove resterà imprigionato dal febbraio 1944
fino al maggio 1945. In quei mesi dolorosi, sfidando il più
rigoroso divieto di scrittura, l'artista narra in presa diretta
la vita dentro il
campo attraverso un intenso diario in forma di lettere alla
moglie e disegni che verrà pubblicato nel 1971 con il titolo
Diario di Gusen. Da queste pagine emerge prepotente la lotta
costante di Carpi per preservare la propria dignità
intellettuale e morale (nonché fisica), deliberatamente minata
giorno dopo giorno dal sistema del lager, ma sostenuta di contro
dal potere consolatorio di religione, della famiglia e della
natura. L'impietoso racconto della morte onnipresente trova così
il suo controcanto nella meditazione poetica sugli esigui
scampoli di vita (un fiore, un ricordo, uno spicchio di cielo)
che gli si concedono con inattesa spontaneità. Di tutto questo
Carpi salverà per sempre la memoria, proprio grazie al suo
diario. "I disegni con cui l'artista affianca le lettere, nella
loro cronistica restituzione della realtà del lager (i mucchi di
cadaveri nei forni crematori, i corpi macilenti degli internati)
testimoniano l'assurdità dell'orrore con forza documentaria
ineguagliabile", si spiega dal museo.
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