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Caos e risse nel Parlamento di Belgrado

Caos e risse nel Parlamento di Belgrado

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04 marzo 2025, 21:57

di Franco Quintano

Le tensioni sociali e politiche che scuotono da mesi la Serbia, con proteste di piazza, cortei e blocchi stradali pressochè quotidiani, sono esplose con violenza oggi nel Parlamento di Belgrado, dove le opposizioni hanno duramente contestato il governo e l'intera dirigenza del Paese, suscitando il caos con il lancio di uova, bottiglie, petardi, fumogeni colorati, lacrimogeni. A più riprese si sono registrate colluttazioni e risse in un'aula completamente invasa dal fumo denso e trasformata in una curva da stadio.

Tre deputate, una delle quale in gravidanza, sono rimaste seriamente ferite per l'inalazione di fumo e colpi ricevuti dal lancio di oggetti e durante le risse, e sono state condotte in ospedale a bordo di ambulanze. Una di esse ha riportato un trauma cerebrale e le sue condizioni vengono definite gravi.

Alle deputate ferite hanno fatto visita il presidente Aleksandar Vucic e il premier dimissionario Milos Vucevic. Una situazione quella odierna mai verificatasi prima nel Parlamento serbo, e che ha suscitato la dura condanna da parte dell'intera dirigenza di Belgrado, indignata per il comportamento incivile e inaccettabile dei rappresentanti dell'opposizione che getta discredito sull'intero Paese.

Gli incidenti, in quella che era la prima sessione di primavera del Parlamento, hanno preso il via dopo l'approvazione dell'ordine del giorno, contenente ben 62 punti, contestato dalle opposizioni secondo cui con un governo dimissionario (il premier Vucevic si è dimesso a fine gennaio sotto la pressione delle proteste degli studenti) non si possono proporre nuove leggi e provvedimenti. Sotto accusa è finita in primo luogo la presidente dell'Assemblea Ana Brnabic, contestata per aver portato in aula ministri di un esecutivo ormai fuori gioco. Per le opposizioni si doveva solo votare sulla presa d'atto delle dimissioni del governo.
Incurante delle accuse urlate in aula e del lancio dei fumogeni, Brnabic ha disposto la prosecuzione dei lavori in aula fino alle 18, consentendo nel chiasso e nei cori da stadio l'approvazione della legge che aumenta del 20% il bilancio a sostegno di università a istruzione superiore, una della richieste degli studenti in agitazione. "La vostra rivoluzione colorata è fallita e questo Paese andrà avanti. Ci potete contrastare in ogni modo, ci potete uccidere, ma non potete fermare la Serbia nel suo percorso di sviluppo e successo.

Nessuno potrà fermare questa Serbia!", ha urlato Brnabic nell'aula invasa dal fumo.

Dai banchi dell'opposizione sono stati esposti striscioni con scritte quali 'La Serbia si solleva per rovesciare il regime', 'Le vostre mani sono sporche di sangue'. Un riferimento ai 15 morti nel crollo del primo novembre scorso alla stazione ferroviaria di Novi Sad (nord della Serbia), una sciagura attribuita dagli studenti e dall'opposizione all'incuria e alla mancanza di controlli, frutto della corruzione dilagante nelle alte sfere della politica e dell'amministrazione. E per la quale si chiede giustizia e assunzione di responsabilità.

Nonostante le autorità sostengano di aver accolto e soddisfatto tutte le richieste degli studenti, la protesta non si ferma. Al contrario si estende e ottiene un crescente appoggio popolare, in una contestazione ormai di natura prettamente politica, contro quello che viene definito il 'regime di Vucic', caratterizzato da corruzione, scarsa democrazia e controllo sui media. Dopo la grande manifestazione di sabato scorso a Nis (sud) con decine di migliaia di persone in piazza, un altro grande raduno è previsto a Belgrado per il 15 marzo. 

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