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In evidenza
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I cattivi di Gotham City
vivono giorni di grande celebrità. Joker (Joaquin Phoenix) e
Harley Quinn (Lady Gaga) saranno al cinema dal 2 ottobre con un
film tutto per sé, 'Joker: Folie a Deux', mentre sul piccolo
schermo arriva un'altra - e altrettanto iconica - nemesi di
Batman: Oz Cobb, alias The Penguin. È lui, gangster claudicante
e senza scrupoli, il protagonista della serie omonima Hbo, che
in Italia va in onda da ieri su Sky ed è disponibile in
streaming su Now. Colin Farrell torna a vestire i panni di
questo malvagio della DC Comics negli otto episodi scritti da
Lauren LeFranc e diretti da Craig Zobel e Helen Shaver, dopo
averlo interpretato nel blockbuster del 2022 con Robert
Pattinson come Uomo Pipistrello. "Quando ho letto per la prima
volta la sceneggiatura di 'The Batman', non sapevo se sarei
riuscito a fare quel ruolo, non mi ci vedevo", ha raccontato
l'attore irlandese in conferenza stampa a Los Angeles. Lo
sceneggiatore e regista del film, Matt Reeves, e il truccatore
Michael Marino, lo hanno convinto a indossare una tuta per
sembrare più corpulento e a trascorrere ore in camerino per
trasformarsi nel criminale pingue e brizzolato che si porta
addosso quel soprannome per via della sua camminata instabile. I
riferimenti citati in preparazione andavano dall'indimenticabile
Ratso Rizzo (Dustin Hoffman) di 'Un uomo da marciapiede' a Tony
Soprano interpretato da James Gandolfini, passando per Robert De
Niro come l'Al Capone degli Intoccabili. "A quanto pare la mia
non è un'interpretazione molto originale! - scherza Farrell -
Dentro al mio Pinguino ci sono tutti e nessuno in particolare.
Ho visto Gli intoccabili due volte, Un uomo da marciapiede
quattro volte. Mi sono sforzato di non riguardare I Soprano
prima delle riprese, perché mi avrebbe influenzato troppo. Ma
come attore, quello che vedi, qualsiasi brano ascolti, tutto ti
rimane in un luogo interiore, per uscire filtrato dai personaggi
che interpreti". Il re del crimine trasposto sullo schermo da
Reeves e Marino si prende ora la scena intera nella serie tv,
approfondito e sviscerato in un copione "di 500 pagine,
praticamente un'enciclopedia" (ride Farrell), che racconta la
sua ascesa al potere nel sottobosco criminale. La trasformazione
dell'attore è stata così radicale, che, a fine riprese, alcuni
membri della troupe gli hanno confessato che avrebbero voluto
incontrarlo per davvero un giorno. "Ero proprio un altro. La
distanza tra me e quel personaggio è così profonda per via del
trucco, della maschera, della silhouette...perfino i miei occhi,
in fondo alla protesi facciale, sembravano di un altro. Era come
guardare il mondo in modo diverso". Farrell racconta che quando
si è visto la prima volta nei panni del Pinguino, ha fatto un
salto all'indietro, "come i gatti che passano davanti a uno
specchio. Quel volto che mi fissava non era lo stesso che vedevo
da più di 45 anni (48, ndr)". Farrell, che ha portato al cinema
personaggi tanto diversi come il protagonista di the Lobster e
il boss mafioso di The Gentlemen confessa di essere un insicuro
cronico. "Dopo la prima visione di 'Gli spiriti dell'isola' ho
chiesto a mia sorella di trovarmi un lavoro. Ero certo che non
mi avrebbero fatto recitare mai più". Quella volta, l'Oscar gli
è sfuggito (vinto da Brendan Fraser per The Whale). Chissà che
non si rifaccia con un Emmy.
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