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In evidenza
In evidenza
(di Francesco Gallo) Un film sulla
grande difficoltà di dire addio alla vita, sull'eutanasia,
sull'amicizia al femminile, sull'incarnazione e con una grande
coppia di attrici, Julianne Moore e Tilda Swinton, in grande
forma. Tutto questo è La Stanza Accanto, primo film in inglese
di Pedro Almodovar, in concorso a Venezia '81, che sarà
distribuito in Italia dalla Warner. Ingrid (Moore), scrittrice
di romanzi, e Martha (Swinton), ex reporter di guerra, da
giovani erano care amiche. Non si sentono ormai da anni e si
rivedono in una circostanza estrema: Martha, malata terminale di
cancro, chiede a Ingrid di aiutarla nell'eutanasia (ha comprato
la pillola giusta sul dark web). Per farlo dovranno però
rifugiarsi in una casa isolata tra i monti. Da qui giornate
piene di vita e malinconia tra le due amiche in attesa del
grande addio. "È difficile parlare della morte - dice oggi al
Lido Almodovar - anche se sono nato nella Mancia dove esiste una
grande cultura sulla morte, ma prevalentemente femminile. Io
comunque l'idea che qualcosa di vivo debba morire non l'accetto,
sono forse infantile, immaturo anche se poi la morte è
dappertutto, basti pensare alle guerre che ci circondano". "Non
mi sono mai confrontato con lei - spiega Tilda Swinton -, so che
a un certo punto finiamo e che alla fine la morte arriva. Sono
poi sempre stata vicina a quegli amici che hanno dovuto
affrontarla, ma amo anche molto l'idea dell'eutanasia, il fatto
che uno possa prendere la propria vita in mano è un trionfo".
"Certo - aggiunge il regista spagnolo - questo è un film a
favore dell'eutanasia. Martha decide di liberarsi dal cancro
considerando: 'se io arrivo prima, il cancro non l'avrà vinta'.
La cosa terribile è che queste due donne devono comportarsi come
delinquenti per portare avanti il loro progetto. In Spagna noi
abbiamo una legge che permette l'eutanasia, una legge che
dovrebbe però esistere in tutto il mondo". "Raramente vediamo
una storia tra donne mature così ben strutturata, una storia tra
due amiche davvero straordinaria" sottolinea Moore. Poi dal
regista in conferenza stampa arriva un appello: "Sono contro i
razzisti, gli odiatori che non vogliono l'immigrazione e
impediscono ai bambini senza genitori di entrare nei nostri
confini mandando navi della Marina. Trovo questo stupido e
ingiusto, ma - continua - sono anche contro i negazionisti del
cambiamento climatico. In questo mio film c'è sì una donna
agonizzante, malata terminale, ma in un mondo altrettanto
agonizzante. Ai negazionisti del cambiamento climatico dobbiamo,
una volta per tutte, dire basta perché siamo in pericolo e
possiamo entrare, a breve, in un pericolo molto più grande".
Perché mai questo primo film in inglese? "È come cominciare una
nuova era, come entrare in un film di fantascienza. Il romanzo
da cui è tratto, 'Attraverso la vita' di Sigrid Nunez, parlava
di due donne di New York e alla fine mi sono detto, non sarà un
problema, e così è stato".
GAL-MAJ/ S0B QBXB
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