(Aggiorna e sostituisce il servizio delle ore 00:20)
(di Anna Lisa Rapanà)
Dopo quasi 7 ore dal rilascio delle
tre israeliane, sono stati liberati nella notte tra domenica e
lunedì i 90 detenuti palestinesi nell'ambito dell'accordo sul
cessate il fuoco con Gaza. Due autobus con i vetri oscurati
hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, in Cisgiordania,
poco dopo l'una di notte, ora locale. Subito dopo è arrivato il
comunicato ufficiale: "Questa sera, 90 terroristi sono stati
(...) rilasciati" dalla prigione militare di Ofer, in
Cisgiordania, e da un centro di detenzione di Gerusalemme,
afferma l'Autorità carceraria israeliana mentre la folla
esultava al passagio dei bus.
Tra i detenuti c'è Khalida Jarrar, quasi un personaggio
storico dell'attivismo palestinese: ha 62 anni ed è una
componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione
della Palestina, organizzazione attiva fin dagli anni '60,
protagonista anche della Seconda Intifada e che da Israele,
Stati Uniti e Ue è designata come organizzazione terroristica.
Khalida Jarrar - attivista per la difesa dei diritti umani e che
proprio sui diritti dei detenuti palestinesi ha guidato
importanti battaglie - è stata deputata, eletta al Parlamento
palestinese nel 2006 e nell'ultimo decennio è stata a più
riprese arrestata e rilasciata, sebbene mai condannata per
coinvolgimento diretto nelle azioni militari del Fronte
Popolare. Nel 2007 le è stato vietato di viaggiare all'estero,
divieto poi revocato nel 2010 per consentirle di ricevere cure
mediche in Giordania. Nel 2015 la sentenza è stata di 15 mesi di
detenzione per incitamento e appartenenza a un'organizzazione
vietata e l'arresto più recente nel dicembre 2023, con gli
ultimi sei mesi trascorsi in isolamento in una piccola cella,
stando ad alcune indicazioni.
Dal suo ingresso in carcere oltre un anno fa non è stato
consentito nemmeno al marito, Ghassan Jarrar, di farle visita in
prigione, come lui stesso ha denunciato in una recente
intervista. Un precedente legato ai suoi periodi in carcere
riguarda la morte della figlia Suha, nel 2021, a Khalida fu
negato un permesso su basi umanitarie per partecipare al
funerale. Tra le altre donne che compaiono nella lista ci sono
Dalal Khaseeb, di 53 anni, sorella dell'ex vice comandante di
Hamas Saleh Arouri, ucciso in un attacco israeliano in un
sobborgo meridionale di Beirut un anno fa. Poi Abla Abdelrasoul,
68 anni, moglie del leader del Fplp Ahmad Saadat, che nel 2001
uccise un ministro israeliano e sta scontando una condanna a 30
anni.
Ci sono poi 21 minorenni e fra questi il più giovane ha 15
anni, si chiama Mahmoud Aliowat ed è accusato di un attacco a
Gerusalemme nel 2023. Sulla base della lista pubblicata dal
ministero della Giustizia, in questa prima fase dell'attuazione
dell'accordo è prevista la liberazione di detenuti arrestati dal
2020, tra cui 66 solo nell'ultimo anno. Cinque sono sospettati
di tentato omicidio, tre di omicidio e sette di aggressione.
Dieci sono già stati condannati, 31 sono detenuti senza processo
e 51 sono in attesa di giudizio. Al Jazeera fornisce altri
dettagli sull'elenco e indica 76 prigionieri provenienti dalla
Cisgiordania e 14 da Gerusalemme Est.
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