"L'universalità del linguaggio dello
sport trascende le barriere culturali, linguistiche e
geografiche, unisce e non divide, promuove principi
fondamentali, come il rispetto delle regole e dell'avversario,
l'inclusione, l'integrazione e il fair play, e arriva con
immediatezza alle persone". E' un passo della prefazione che
Carlo Ancelotti ha scritto al volume 'Más allá de los limites.
El deporte según el Papa Francisco' (Romana Editorial), curato
da Monsignor Dario Edoardo Viganò e dal giornalista Valerio
Alessandro Cassetta, presentato a Madrid ed in uscita in Italia
a dicembre.
In 176 pagine raccoglie i discorsi del Santo Padre sullo
sport, affrontato in tutte le sue sfaccettature: come mezzo per
educare, strumento per esprimere talento e fare comunità, lo
sport tra passione e sacrificio, il gioco di squadra, il
rispetto delle regole e dell'avversario, come veicolo di
corretti stili di vita ed elemento di unione e diritto,
accessibile a tutti senza distinzioni, messaggero di pace,
soprattutto in occasione dei grandi eventi e competizioni.
"Nel gennaio del 2021 rimasi colpito da una dichiarazione del
Santo Padre in una intervista rilasciata al quotidiano La
Gazzetta dello Sport - scrive ancora Ancelotti - 'Vincere e
perdere sono due verbi che sembrano opporsi tra loro: a tutti
piace vincere e a nessuno piace perdere. La vittoria contiene un
brivido che è persino difficile da descrivere, ma anche la
sconfitta ha qualcosa di meraviglioso. Per chi è abituato a
vincere, la tentazione di sentirsi invincibili è forte: la
vittoria, a volte, può rendere arroganti e condurre a pensarsi
arrivati. La sconfitta, invece, favorisce la meditazione: ci si
chiede il perché della sconfitta, si fa un esame di coscienza,
si analizza il lavoro fatto. Ecco perché, da certe sconfitte,
nascono delle bellissime vittorie: perché, individuato lo
sbaglio, si accende la sete del riscatto. Mi verrebbe da dire
che chi vince non sa che cosa si perde'".
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