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"Solo Dio ha impedito che l'impensabile accadesse... In questo momento è più importante che mai restare uniti e mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere. Amo davvero il nostro Paese e amo tutti voi e non vedo l'ora di parlare alla nostra grande nazione questa settimana dal Wisconsin". Neanche il tempo di riprendersi dallo shock della sparatoria al comizio di Butler che Donald Trump torna a caricare i suoi, alla vigilia della convention repubblicana di Milwaukee che giovedì lo incoronerà ufficialmente candidato per la Casa Bianca. "Non mi arrenderò mai", assicura.
Il tycoon non dimentica le altre vittime della sparatoria (un morto e due feriti), ma è lui ad elevarsi come martire politico sperando di capitalizzare elettoralmente l'attentato, come capita di solito a chi viene preso di mira: il caso di Bolsonaro insegna. Eppure paradossalmente è rimasto vittima di un clima di violenza che lui stesso ha contribuito ad istigare e alimentare, dall'attacco al Capitol dei suoi fan poi definiti "patrioti" alle minacce contro giudici e testimoni dei suoi processi, dalla criminalizzazione dei migranti alla derisione dei suoi avversari, a partire dal "corrotto" Joe Biden.
Diventando una miccia per tutte quelle pulsioni di odio che covano nella società americana (inclusa la sinistra radicale) e che tra i tanti episodi bui comprende l'assalto a martellate in testa contro il marito della ex speaker Nancy Pelosi. Il tycoon ha anche ammonito in passato che se non vincerà "sarà un bagno di sangue". E, come per una legge del contrappasso, è rimasto vittima pure del dilagare di quelle armi che continua a difendere come un totem, colpito da un Ar-15, icona del movimento conservatore americano. L'attentatore peraltro indossava una maglietta del popolare canale Youtube pro-armi Demolition Ranch al momento dell'attacco.
Ma The Donald sembra poter sopravvivere a tutto e sicuramente la sua reazione agli spari - pugno alzato e invito a lottare - diventerà un'altra delle sue immagini simbolo, come la foto segnaletica dell'arresto in Giorgia. L'attentato è stato condannato da destra e da sinistra, con l'ultradestra globale che si è stretta intorno a lui, mentre Elon Musk gli ha dato il suo "pieno endorsement", Biden lo ha chiamato e lo stesso ha fatto il neo premier britannico Keir Starmer.
Tutta la sua famiglia lo ha riabbracciato, da Ivanka ("ti amo papà, oggi e sempre") a Melania, che dopo essersi defilata dalla campagna del marito sbarcherà alla convention: "L'attentatore è un mostro che considerava mio marito un macchina politica disumana e ha tentato di rubargli le sue passioni, la sua risata, l'ingegnosità, l'amore per la musica e la capacità di ispirare", ha scritto su X, invitando ad "elevarsi al di sopra del vetriolo e delle idee superficiali che istigano la violenza" e a non dimenticare "che opinioni e giochi politici sono meno potenti dell'amore".
Il tycoon incassa una spinta anche sui social, dove ha ripostato parole di solidarietà e immagini che lo ritraggono come uno "che ha preso un proiettile per questo Paese" o che è stato salvato dal Signore. "E' incredibile che un atto del genere avvenga negli Usa", si è indignato Trump su Truth, ringraziando il Secret Service "per la rapida risposta alla sparatoria". Ma ora anche nel suo entourage ci si chiede se non ci sia stata qualche falla. Stephen Moore, consigliere senior della sua campagna, nota che "se il proiettile fosse arrivato ad un pollice più in là si sarebbe trattato di un assassinio". E incalza: "Di sicuro Trump ha bisogno di maggiore protezione: ora ci si chiede se al Secret Service fossero completamente preparati".
Una telefonata a Donald Trump nella notte dopo l'attentato a Butler, il rientro di corsa dal Delaware a Washington, un briefing di ore nella Situation Room della Casa Bianca con i capi di Fbi e Secret Service e un discorso alla nazione dallo Studio Ovale. Le ore immediatamente successive al tentato assassinio di Donald Trump sono state frenetiche per Joe Biden, che ha subito condannato ogni forma di violenza politica negli Stati Uniti ed espresso solidarietà al suo rivale repubblicano ma nelle prossime ore dovrà anche imprimere un netto cambio di rotta alla campagna elettorale abbassando i toni più agguerriti degli ultimi tempi ed evitando attacchi troppo personali contro un leader che ha sfiorato la morte.
"Ho avuto una telefonata breve ma buona con Donald Trump", ha dichiarato il commander-in-chief dalla Roosevelt Room della Casa Bianca chiamando per la prima volta nelle ultime settimane il suo rivale repubblicano per nome e non con il dispregiativo 'the other guy', 'l'altro tizio'. Fonti informate hanno definito il colloquio "rispettoso" e Biden si è detto "felice di sapere" che l'ex presidente si sta riprendendo. Quello di Butler, ha sottolineato, è un "atto malato". "Non c'è posto per la violenza negli Stati Uniti", ha insistito il presidente, che ha fatto della lotta all'estremismo politico l'asse centrale della sua prima e seconda campagna elettorale. Biden ha anche ordinato un'indagine interna sull'operato del Secret Service al comizio per capire se ci sono state falle nella sicurezza. Quindi un appello alla riconciliazione - "questo è il momento di restare uniti" - e a non trarre conclusioni affrettate sul movente dell'attacco. Quasi un monito a quanti tra i repubblicani hanno accusato la retorica dei democratici e del presidente in particolare di essere responsabili del tentato assassinio. Biden ha poi cancellato il viaggio in Texas previsto lunedì, tutti gli eventi e gli spot elettorali programmati in Pennsylvania e anche un comizio della vice presidente Kamala Harris a Palm Beach, dove si trova la residenza estiva del tycoon. Un cambio di passo del democratico che negli ultimi tempi, soprattutto dopo il disastroso dibattito televisvo, aveva intensificato gli attacchi diretti contro Trump - "minaccia della democrazia", "aizzatore di estremisti" e "criminale condannato" - e alzato il livello dello scontro. Ma anche un atteggiamento deciso, da comandante in capo in un momento decisivo della corsa alla Casa Bianca.
La risposta di Biden allo scioccante tentato assassinio, infatti, sarà determinante per rilanciare la sua presidenza, rinvigorire la sua immagine, mettere definitivamente a tacere le critiche di quei democratici che ne chiedono insistentemente il ritiro e chiudere così definitivamente l'operazione siluramento. Anche perché, secondo molti all'interno del partito, gli eventi di Butler hanno congelato il dibattito interno e non è più il momento questo di premere per un'uscita di Biden. Così il presidente si è chiuso nella Situation Room con la vice presidente Kamala Harris, il direttore dell'Fbi Christopher Wray, la direttrice del Secret service Kim Cheatle, l'Attorney General Merrick Garland, il segretario alla Sicurezza nazionale Alejandro Mayorkas e il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan. Si è messo alla plancia di comando, insomma, per dimostrare che anche in questo momento buio gli Stati Uniti hanno una guida che li può portare fuori dal tunnel.
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