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Rinnovabili, Regione Sardegna boccia referendum consultivo

Rinnovabili, Regione Sardegna boccia referendum consultivo

I promotori dell'iniziativa valutano ricorso al Tar

CAGLIARI, 02 gennaio 2025, 17:24

Redazione ANSA

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E' stata respinta in Sardegna la richiesta di un referendum popolare consultivo in tema di impianti di energia rinnovabile. La bocciatura arriva dall'Ufficio per il referendum istituito in seno alla presidenza della Regione. "Volete voi che il paesaggio sardo terrestre e marino sia modificato con l'installazione sul terreno ed in mare di impianti industriali eolici e/o fotovoltaici per la produzione di energia elettrica?": questo il testo del quesito sottoscritto da 19.221 firme depositate l'11 settembre scorso nella cancelleria della Corte d'appello di Cagliari e in Regione, su iniziativa del movimento referendario capeggiato dall'avvocato del foro di Nuoro Michele Pala.
    A sostegno della consultazione si erano espressi anche i leader nazionali di Democrazia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo e Francesco Toscano, che oggi commentano la pronuncia di inammissibilità: "La Sardegna della paladina 5Stelle, la governatrice Alessandra Todde, ma anche ex viceministra di Draghi, boccia il diritto costituzionale del Popolo Sardo di potersi esprimere sull'uso massiccio dei mega impianti eolici".
    I due rappresentanti politici stigmatizzano la decisione dell'Ufficio regionale per il referendum composto da quattro magistrati, tutti "nominati dalla stessa presidente della Regione". "Ora - attaccano - la parola spetta comunque alla lotta del Popolo Sardo, a cui Democrazia Sovrana Popolare darà il massimo appoggio".
    La deliberazione del 19 dicembre scorso stabilisce che "la richiesta deve essere considerata illegittima, in quanto la materia su cui verte non può costituire oggetto di referendum consultivo perché, pur non essendo tale tipo di referendum vincolante e non concorrendo a formare la volontà degli organi che lo indicono, esula del tutto dal campo degli atti che potrebbero essere compiuti in futuro dalla Regione". Viene così individuata nella formulazione del testo del quesito una lesione dell'interesse nazionale in materia di transizione energetica.
    Ma l'avvocato Pala non ci sta: "Non si tratta più di un problema di pale eoliche o di pannelli fotovoltaici, qui c'è un problema di democrazia e di libertà - spiega all'ANSA -. Il referendum consultivo, così come avvenuto con quello sul nucleare, avrebbe dato a tutti i sardi la possibilità di esprimersi, è per questo che abbiamo scelto questa strada che a differenza della legge di iniziativa popolare (la Pratobello 2024, ndr) ha più forza, pur se un atto consultivo e non vincolante".
    Il promotore dell'iniziativa denuncia anche "l'atteggiamento attendista" della giunta e della presidente Todde: "Abbiamo cominciato la raccolta di firme a giugno, ne servivano almeno 10mila, le abbiamo depositate a settembre, ma l'Ufficio regionale è stato nominato dalla presidente, che avrebbe dovuto farlo entro 3 mesi dalla sua elezione, solo a ottobre, poi è stato fatto passare altro tempo e solo il 19 dicembre è arrivata la decisione". L'avvocato Pala annuncia la possibilità di fare ricorso al Tar contro la bocciatura, oltre ad altre azioni sul piano politico.
   

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