(dell'inviato Domenico Palesse)
Per tre mesi hanno condiviso ogni
secondo della loro vita, si sono dati forza nei momenti più
difficili e hanno gioito insieme in quelli più belli. Per i 115
allievi della Marina Militare a bordo dell'Amerigo Vespucci
oggi, però, è il giorno di sbarcare e tornare in accademia, in
Italia, dopo 90 giorni trascorsi sulla nave scuola in giro per
il mondo, da Buenos Aires a Darwin, in Australia.
Con loro porteranno le albe e i tramonti sul mare, ma anche
la stanchezza e il sonno sacrificato per imparare a vivere e
lavorare sul veliero simbolo dell'Italia, dove ogni singola
manovra ha bisogno di braccia, gambe e cervello di tutto
l'equipaggio, allievi compresi. "Una delle prime notti a bordo
durante il mio primo anno sul Vespucci - ricorda Anita Bono,
giovanissima ufficiale - ci hanno chiamato per aprire le vele e
mi hanno fatto salire sul punto più alto dell'alberata. Ho
alzato lo sguardo e ho visto la via Lattea come non mi era mai
capitato prima, mi sembrava quasi di nuotarci dentro, di
toccarla con un dito".
I cadetti svestono la divisa e si preparano a salire
sull'autobus che li porterà in aeroporto. Con loro c'è anche la
bandiera che, come da tradizione, hanno cucito e dipinto a mano
nei primi giorni del corso. "Durante la navigazione verso Tokyo
- ricorda Costanza Mezzani, allieva 19enne di La Spezia - siamo
stati rinchiusi per tre giorni e poi quando siamo usciti e
abbiamo gridato all'oceano il nostro nome, Okeanos, è stata
un'emozione incredibile, un momento che non dimenticherò mai".
"In questi tre mesi si è chiuso un cerchio cominciato quando
abbiamo fatto il nostro ingresso in accademia - spiega Luca
Rubino, cadetto 22enne di Brindisi -. Oltre ai tanti momenti
belli abbiamo anche avvertito la stanchezza, mitigata però dal
confronto con i colleghi, attraverso un loro sguardo, un loro
gesto, un loro sorriso".
Sulla banchina di Darwin, nella punta più estrema del nord
dell'Australia, ci si prepara alla cerimonia di apertura del
Villaggio Italia. "Qui lasciamo un pezzo di cuore", è quello che
ripetono i cadetti. "E' stata un'esperienza di crescita non solo
professionale ma anche personale - spiega Vincenzo Tortora,
19enne salernitano -, abbiamo imparato a relazionarci tra noi e
con tutto l'equipaggio". Lo 'smarcometro', come i cadetti
chiamano la bacheca sulla quale segnano i giorni passati
dall'imbarco - è completo. L'ultimo saluto al Vespucci che per
qualcuno potrebbe essere anche un 'arrivederci', come è stato
per l'attuale comandante, il capitano di vascello Giuseppe Lai.
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