L'apertura della nuova sede di
Plateau con la mostra 'Souvenir d'Italie', presentata in
occasione della XV edizione della Biennale d'arte di Dakar -
sezione Off e della XIII edizione di Partcours, è stata
annunciata dall'Istituto italiano di Cultura di Dakar con una
nota. La mostra sarà aperta al pubblico presso la nuova sede
dell'Istituto italiano di Cultura di Dakar a partire dal 9
novembre 2024 e si inserisce tra le iniziative che mirano a
rafforzare i legami culturali tra Italia e Senegal, offrendo una
piattaforma per il confronto tra artisti e comunità.
La mostra è curata da Eugenio Viola, direttore artistico del
Mambo - Museo d'Arte Moderna di Bogotá e tra i curatori italiani
più influenti a livello internazionale, in risposta al tema
lanciato dalla Biennale di Dakar, 'The Wake' (Il Risveglio).
Il titolo 'Souvenir d'Italie' è preso in prestito
dall'omonimo film di Antonio Pietrangeli del 1957, una commedia
turistica che sfruttava gli stereotipi popolari per promuovere
l'Italia da cartolina. La mostra intende sovvertire questa
visione semplificata per proporre una riflessione critica su ciò
che l'Italia rappresenta oggi e su come la cultura italiana sia
influenzata e arricchita da storie e visioni provenienti
dall'Africa e dalle sue diaspore.
L'esposizione riunisce le opere di Binta Diaw, Adji Dieye e
Délio Jasse, tre artisti italiani, o residenti in Italia, di
origine africana e che esplorano tematiche legate alla memoria,
all'identità, alla migrazione e alla diaspora, mettendo in luce
le complessità di un mondo sempre più connesso e multiculturale,
ma anche caratterizzato da nuove forme di intolleranza, continua
la nota.
Tra le opere esposte, l'installazione immersiva 'Il peut pleurer
du ciel' (2024) di Binta Diaw, realizzata durante una residenza
in Senegal sostenuta dall'Istituto italiano di Cultura di Dakar,
nell'ambito della terza edizione di 'Progetto Genesi. Arte e
Diritti Umani'. L'opera affronta il tema complesso e urgente
della migrazione e delle sue implicazioni tra Africa ed Europa,
evidenziando l'intreccio tra identità, patrimonio culturale e
immaginazione.
Adji Dieye presenta l'installazione 'Let Me' (2021), parte
della serie 'Culture Lost and Learned by Heart', che indaga la
relazione tra gli archivi iconografici nazionali del Senegal e
l'architettura. L'opera esplora l'architettura urbana come
strumento di riscrittura della storia post-coloniale,
ispirandosi al concetto di 'parallelismo asimmetrico' introdotto
dal primo presidente del Senegal, Leopold Sedar Senghor, e al
pensiero di Felwine Sarr.
Délio Jasse, artista di origini angolane, realizza opere che
esplorano la memoria e l'identità attraverso un approccio
meta-fotografico. Le sue serie 'Città Foresta' (2022) e
'Visitate l'Italia' (2002) riflettono sulla storia coloniale
italiana e su micro-storie personali spesso dimenticate,
riutilizzando immagini trovate come passaporti e album di
famiglia.
La mostra promuove un messaggio di apertura al dialogo e alla
convivenza tra culture, evidenziando il ruolo dell''arte come
strumento per costruire ponti piuttosto che barriere.
"'Souvenir d'Italie' è un invito a riconoscere e celebrare la
complessità delle esperienze migratorie e identitarie, passate e
presenti", ha spiegato il curatore Eugenio Viola. "Ci invita a
ripensare l'italianità in un contesto globale, offrendo uno
spazio per la riconciliazione e il dialogo tra le diversità,
stimolando una riflessione critica sui concetti di identità e
appartenenza, oggi più che mai fluidi e rinegoziabili", ha
concluso.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA