"La Repubblica è dei turchi ma
senza dubbio è anche la Repubblica dei curdi". Lo ha affermato
il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, mentre da settimane
sono in corso tentativi da parte di varie forze politiche per
arrivare a un processo di pace tra Ankara e il Partito dei
Lavoratori del Kurdistan (Pkk), da 40 anni in conflitto con lo
Stato turco. "Questa è la Repubblica di tutti noi, 85 milioni di
cittadini", ha detto il leader turco, in un discorso al gruppo
parlamentare del suo partito Akp, trasmesso dalla tv di Stato
Trt, citando oltre ai curdi anche altre minoranze che compongono
la popolazione turca.
"Intendiamo rimuovere completamente la questione (del
terrorismo) dall'agenda del nostro Paese", ha detto Erdogan,
definendo "saggio" e "storico" il discorso della scorsa
settimana da parte del leader dell'estrema destra nazionalista,
Devlet Bahceli, che aveva invitato il leader incarcerato del
Pkk, Abdullah Ocalan, a proclamare lo scioglimento del suo
gruppo, alludendo a una possibile fine del regime carcerario di
isolamento in cui si trova dopo l'arresto nel 1999, condannato
all'ergastolo. "Non parliamo con i terroristi nel nord della
Siria e dell'Iraq", ha detto il leader turco, facendo
riferimento alle forze curde siriane e ai vertici del Pkk che si
trovano nella parte settentrionale del Kurdistan iracheno. Nel
suo discorso Erdogan ha condannato nuovamente l'attentato
terroristico, rivendicato dal Pkk, la scorsa settimana in
provincia di Ankara, avvenuto dopo l'appello lanciato
dall'estrema destra. Lo stesso giorno dell'attacco, Ocalan aveva
ricevuto la sua prima visita in carcere in 4 anni e aveva
affermato di avere il potere di ordinare al suo gruppo di
abbandonare la lotta armata ed avviare una battaglia legale e
politica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA