Il vicepresidente del Brasile
(attualmente presidente in carica a causa del viaggio di Lula in
Giappone), Geraldo Alckmin, ha proposto che la Banca centrale
del paese sudamericano non consideri l'inflazione del cibo e
dell'energia nel calcolo del tasso di interesse di riferimento
(Selic), come accade negli Stati Uniti. Lo riporta Agência
Brasil.
"Gli Usa escludono dal calcolo dell'inflazione il cibo perché
è molto influenzato dal clima. Se ho una siccità molto forte, un
cambiamento climatico molto grande, il prezzo del cibo
aumenterà, e non serve a nulla aumentare i tassi d'interesse
perché non farà piovere", ha detto Alckmin, che è anche ministro
dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi del Brasile,
aggiungendo che gli Usa "fanno lo stesso anche con l'energia"
perché "non serve a niente aumentare i tassi d'interesse per
abbassare il prezzo del barile, legato a guerre e geopolitica".
La dichiarazione, fatta oggi, arriva 4 giorni dopo che il
Comitato della politica monetaria della Banca centrale
verde-oro, il Copom, ha elevato il Selic al 14,25% annuo, con un
aumento di 100 punti base e al livello più alto dal 2016,
proprio per contenere l'inflazione.
Per Alckmin "un tasso di interesse elevato, come il Selic al
14,25% l'anno, ostacola l'economia perché rende molto alto il
costo del denaro", ha detto in un evento a San Paolo promosso
dal quotidiano Valor Econômico, aggiungendo che "nel caso del
Brasile è ancora peggio, perché aumenta il debito pubblico e ad
ogni aumento dell'1% del Selic l'impatto è di 8,3 miliardi di
euro (48 miliardi di reais) sul pagamento del debito".
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