Le principali associazioni
legate alla lotta per la memoria dei crimini della dittatura
militare in Argentina hanno accusato il governo di Javier Milei
di negazionismo e hanno denunciato lo smantellamento degli
organismi e delle politiche pubbliche per i diritti umani.
"Abbiamo la forza della storia del nostro popolo e per questo
Milei e la (vicepresidente) Villaruel pretendono negare il
genocidio e smantellare le conquiste in materia di Memoria,
Verità e Giustizia", ha affermato la storica rappresentante
delle Madri di Plaza de Mayo, Taty Almeida, in una piazza
gremita da migliaia di persone.
"Basta con il negazionismo e l'apologia del genocidio", ha
aggiunto Almeida leggendo un documento firmato per la prima
volta in molti anni da tutte le organizzazioni che aderiscono
alla lotta per la memoria.
A sua volta Estela de Carlotto, rappresentante
dell'associazione Nonne della Plaza de Mayo, è tornata a
denunciare il sequestro dei figli di desaparecidos negli anni
della dittatura (1976-1983) rivendicando il "ritrovamento" di
139 nipoti e sottolineando che nel caso dei bambini non
ritrovati "l'appropriazione è un crimine che continua a
protrarsi nel tempo".
"Continuiamo ad esigere che ci dicano dove sono!", ha detto
Carlotto, chiedendo quindi la declassificazione non solo dei
documenti dell'area di intelligence, come ha annunciato oggi il
governo, ma "di tutte le aree dello Stato tra il 1974 e il
1983".
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