E' "l'elettore segreto no-Trump" il vero protagonista del Super Tuesday e di tutta la corsa alla candidatura repubblicana alle elezioni Usa. A sottolinearlo è il Financial Times in un articolo a firma Peter Spiegel, che spiega come il tycoon abbia "continuato a riportare una prestazione inferiore alle previsioni dei sondaggisti" sulla strada verso la convention repubblicana del 2024.
Se otto anni fa le rilevazioni tendevano a sottostimare i sostenitori di Trump, quest'anno i sondaggi "continuano a sbagliare, ma nella direzione opposta", sottolinea la rivista spiegando che "in vista del Super Tuesday, Trump aveva sottoperformato rispetto ai sondaggi di ogni grande competizione primaria", dal New Hampshire alla Carolina del Sud al Michigan.
E anche durante la vittoria di ieri, "Trump ha continuato a mostrare una straordinaria capacità di attrarre gli elettori repubblicani a un ritmo significativamente inferiore al previsto", come testimoniato dai dati in Virginia e "in tutta la mappa del Super Tuesday. In alcuni stati, la differenza era strabiliante: nel Vermont, l'ultimo grande sondaggio pubblicato prima del voto dava Trump in vantaggio per 61-31. Invece, Haley ha vinto". "Nel complesso, sta emergendo uno schema: invece di un 'elettore segreto di Trump', sembra esserci un 'elettore segreto no-Trump'", sottolinea il Ft che traccia anche un identikit: "Sembrano riunirsi in prospere periferie tradizionalmente terreno di caccia privilegiato per i candidati repubblicani". Tuttavia, "il comportamento irregolare di Trump e il disprezzo per le norme democratiche hanno prodotto un notevole cambiamento nei modelli di voto suburban". Inoltre, "ci sono anche prove crescenti che le donne repubblicane in queste periferie si siano rivoltate contro Trump in numero ancora maggiore, a causa della decisione della Corte Suprema del 2022 di annullare il diritto all'aborto".
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