Agli italiani immigrati all'estero
"stiamo cominciando a pagare delle pensioni di importo più
importante. Parliamo di medici, di ingegneri, di manager, di
professionisti che hanno scelto di trasferirsi all'estero per
rimettersi in gioco, per fare carriera, per avere nuovi sviluppi
e hanno deciso poi di rimanere nel Paese che li ha accolti.
Molti di questi, ad esempio, sono andati nei Paesi in via di
sviluppo, soprattutto gli ingegneri". Lo ha detto Susanna Thomas
della direzione centrale Pensioni dell'Inps a margine del
convegno '@migrazione da fenomeno sociale a fattore identitario,
a palazzo Wedekind, a Roma. "Trovo molto interessante
evidenziare che tra questi ci sono anche le donne - ha aggiunto
-. Le donne prima si trasferivano soltanto al seguito del padre,
del compagno e invece ora vanno in autonomia. Il tetto di
cristallo a molte impedisce di fare carriera e la trovano
all'estero, dove poi rimangono".
A questo si aggiunge il lavoro digitale: "persone che molte
volte hanno 40-50 anni, perché non sono soltanto i giovani - ha
proseguito Thomas -, hanno deciso di lasciare il lavoro che
facevano normalmente e reinventarsi. Adesso si sta ponendo il
tema di garantire da un punto di vista previdenziale anche
questa tipologia di nuovi lavori".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA