L'attuale calendario fiscale "è
assolutamente insostenibile per i commercialisti", e "assistiamo
nuovamente ad atteggiamenti privi di rispetto e di
riconoscimento sia nei confronti dei commercialisti, sia nei
confronti dei contribuenti". Ad evidenziarlo è l'Adc,
l'Associazione dei dottori commercialisti, secondo cui Il 2025
appena iniziato "si preannuncia come un anno ancor più complesso
dei precedenti. Il concordato svincolato dalla dichiarazione dei
redditi aggiunge nuove scadenze in calendario". Dunque, il
sindacato dei professionisti, "pur apprezzando il tentativo di
definizione di riforme in corso d'opera (come, ad esempio,
quella sul reddito di lavoro autonomo) non può non riscontrare
un contesto economico che stenta a prendere con decisione la via
della crescita".
Anzi, va avanti la nota, "i segnali appaiono attendisti. Il
primo contraltare di una politica economico-fiscale volta solo
al recupero del gettito, non sembra rivolto ad una vera e reale
riforma che, invece deve privilegiare politiche espansive e di
crescita del Pil". A giudizio dell'Associazione dottori
commercialisti, perciò, le scadenze proposte con gli ultimi
provvedimenti legislativi "non tengono affatto in considerazione
tempi e fasi di lavorazione degli studi professionali, a cui va
il principale merito per la quantità e qualità di dati che
l'agenzia ha a disposizione. Non ha alcun senso - si sottolinea
- anticipare la scadenza del concordato al 31 luglio, slegandola
dal termine di presentazione della dichiarazione dei redditi".
Per l'Adc, infine, "è opportuna una rimodulazione del nuovo
calendario fiscale tenendo bene a mente che inutili orpelli
burocratici rappresentano un onere per imprese e
professionisti", e "non aiutano la crescita del Paese".
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