L'Eurallumina di Portovesme, nel polo industriale del Sulcis, in Sardegna, è chiusa dal marzo 2009. La produzione di allumina, la materia prima necessaria per produrre l'alluminio primario, si è fermata e la raffineria attende da allora un rilancio per il quale la proprietà Rusal ha già messo sul piatto 300 milioni di euro di investimento che però, visti i maggiori oneri a causa dell'inflazione, dovrà essere visto al rialzo.
Per far ripartire lo stabilimento, però, non bastano i soldi, serve anche agire sul versante dei costi dell'energia anche in vista del phase out dell'utilizzo del carbone in Sardegna: alla raffineria serve il metano per il nuovo impianto termico e il nuovo Dpcm per la Sardegna dovrà tenere conto anche di questo contesto industriale.
Tutti questi temi saranno affrontati questo pomeriggio in un incontro tra Mimit, Regione, azienda e sindacati, convocato a distanza per le 15. Si tratta del primo di tre tavoli tematici convocati dal ministro Adolfo Urso per il Sulcis: gli altri sono in programma il 30 gennaio per Sider Alloys e il 5 febbraio per Portovesme srl.
Nel frattempo per il 2025 si è in attesa della sottoscrizione di un nuovo accordo di Cigs per le aree industriali in crisi complessa che, nel caso di Eurallumina, riguardano la totalità delle maestranze dirette in forza ad oggi: circa 190 'tute verdi' (erano 403 lavoratori diretti nel 2009).
Domani 21 gennaio è previsto l'esame preliminare per la stipula del pre-accordo all'assessorato regionale del lavoro mentre il giorno dopo, 22 gennaio, è prevista la ratifica definitiva per il rinnovo della cassa integrazione alla presenza dell'azienda Eurallumina dei sindacati, Confindustria Sardegna meridionale e assessorato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA