Btp e mattone si equivalgono come
investimento nel lungo termine se l'inflazione non sale troppo,
mentre i fondi pensione rendono di più se il livello di rischio
è più elevato. E' quanto emerge da uno studio condotto da
Moneyfarm confrontando le 3 forme di investimento preferite
dagli italiani.
"Se si considera il Btp più lungo attualmente sul mercato,
cioè quello con scadenza 2072 - spiegano in Moneyfarm - la
cedola lorda sarebbe pari al 2,15% ma, considerando che il
prezzo di acquisto è decisamente inferiore al valore nominale
(circa 61), la cedola effettiva, al netto della ritenuta
fiscale, è di poco superiore al 3,1%, quindi sovrapponibile alla
rendita media di un immobile in locazione".
Secondo Moneyfarm, per capire quale tra i due sia
l'investimento con maggior rendimento nel lungo termine "la
variabile chiave è l'inflazione e la capacità degli immobili di
adeguare i canoni di affitto e il prezzo di vendita all'aumento
dei prezzi". "Se il proprietario dell'immobile riuscisse ad
adeguare i canoni d'affitto ogni anno in funzione dell'andamento
dell'inflazione - viene spiegato - l'investimento immobiliare
batterebbe il Btp che, per definizione, non si rivaluta per
l'inflazione".
Se a parità di capitale investito si confronta il rendimento
medio immobiliare, pari alla somma dei canoni netti, con il
capitale equivalente ottenibile con un fondo pensione, il
risultato cambia in funzione della linea di rischio prescelta
per quest'ultimo. A fronte di una rendita immobiliare che supera
i 174mila euro con canoni immobiliari al 75% dell'inflazione, il
rendimento a 40 anni di un fondo pensione può variare tra gli
180mila e 540mila euro a seconda che il profilo di rischio sia
basso (obbligazionario governativo Europa) o elevato (azionario
mondiale).
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