Cominciano a essere tangibili gli
effetti sull'economia dell'Umbria del Piano nazionale di ripresa
e resilienza. Secondo l'aggiornamento congiunturale della
filiale di Perugia della Banca d'Italia alla minore spinta
derivante dalle misure di incentivo fiscale si è accompagnata la
crescita degli investimenti degli enti pubblici territoriali,
che hanno cominciato a beneficiare dei progetti finanziati dal
Pnrr.
Un quadro delineato dalla direttrice Miriam Sartini.
Tra gli altri dati proposti quello sulle vendite del settore
industriale che nei primi nove mesi del 2023 hanno evidenziato
una "modesta" crescita. Secondo la Banca d'Italia l'attività ha
perso vigore in relazione alla debolezza della domanda sia
interna sia estera, che si è riflessa anche sul clima di fiducia
delle imprese.
Dopo un biennio in forte espansione, le esportazioni si sono
ridotte (-0,9 per cento nel primo semestre in termini reali). Ha
inciso - secondo l'aggiornamento congiunturale - il "marcato"
calo registrato nel settore dei metalli, a fronte della crescita
ancora sostenuta delle vendite di abbigliamento e meccanica.
È poi proseguita l'espansione dell'attività edilizia,
sebbene con un'intensità inferiore a quella registrata nel
biennio precedente.
Nel terziario si è affievolita la dinamica del commercio,
che ha riflesso il brusco rallentamento dei consumi connesso con
la perdita di potere di acquisto da parte delle famiglie.
In Umbria poi il tasso di occupazione ha raggiunto il 66,4
per cento (dal 64,7 del primo semestre del 2022). Le attivazioni
nette di contratti sono aumentate per la componente a termine e,
tra i settori, soprattutto nel turismo.
Secondo lo studio, poi, nonostante il rallentamento
dell'inflazione rispetto ai massimi dello scorso anno, il potere
di acquisto delle famiglie ha continuato a essere eroso.
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