La sostenibilità del sistema
pensionistico in Spagna "non è migliorata", nonostante le
riforme varate. E' quanto ha segnalato l'Autorità Indipendente
per la responsabilità Fiscale (Airef), che nell'ultimo rapporto
ha espresso forti critiche riguardo alla gestione della
Previdenza sociale ed avvertito che la sua sostenibilità è
peggiorata. Con una spesa che aumenterà di 3,4 punti del Pil
fino al 2050, superando le stime di tre anni fa. E ciò
nonostante le riforme promosse dall'ex ministro José Luis
Escrivà - attuale governatore della Banca di Spagna - incentrate
sulla rivalutazione delle pensioni in linea con l'inflazione e
sull'aumento dei contributi. E malgrado le buone performances
dell'economia.
L'Airef rileva, dopo la sua verifica , "importanti debolezze
metodologiche". L'Authority presieduta da Cristina Herrero
rileva nel suo rapporto che l'economia spagnola è vulnerabile
per un debito pubblico che, a politiche costanti e senza una
riforma fiscale, raggiungerà il 129% del Pil nel 2050 e il 181%
nel 2070. "Il piano fiscale del governo è insufficiente e c'è
bisogno di più. Dovendo destinare 3,4 punti del Pil in più alle
pensioni, bisognerà sottrarre risorse ad altre partite". ha
segnalato Cristina Herrero, ripresa dai media iberici.
La presidente dell'Authority ha sottolineato la "generosità"
del sistema pensionistico spagnolo, con la pensione media che
rappresenta il 65% del salario medio e una previsione di
crescita al 67% entro il 2030. "Continuiamo a mantenere la
posizione di secondo Paese più generoso della Osce e primo,
secondo Eurostat", ha rilevato Herrero. Ma ha avvertito sulla
necessità di revisione del sistema, poiché l'aumento della spesa
che va accelerando lo rende insostenibile, soprattutto per la
diminuzione della popolazione in età lavorativa a causa
dell'invecchiamento.
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