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Concordato, commercialisti: 'Gli incassi aiutino il ceto medio'

Concordato, commercialisti: 'Gli incassi aiutino il ceto medio'

'Con 1,3 miliardi previsti rivedere gli scaglioni Irpef'

ROMA, 05 novembre 2024, 19:16

Redazione ANSA

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Impiegare gli incassi derivanti dal concordato preventivo biennale per portare il limite del secondo scaglione Irpef fino a 56.000 euro di reddito, con benefici massimi pari a 480 euro e un costo complessivo stimato pari a 1,2 miliardi. È l'idea espressa dal Consiglio nazionale dei commercialisti, secondo cui "la previsione di incasso di 1,3 miliardi formulata dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo può aprire diversi scenari di rimodulazione dell'Irpef per ridurre la pressione fiscale", e "noi abbiamo più volte ipotizzato l'estensione del secondo scaglione di reddito per venire incontro al ceto medio, cioè ai contribuenti che dichiarano oltre 50.000 euro di reddito imponibile, che sono sempre stati esclusi fino ad ora da ogni intervento", afferma il presidente nazionale dei professionisti Elbano de Nuccio.
    "In questo caso - spiega - i contribuenti sopra 50.000 euro di reddito imponibile vedrebbero ridursi l'aliquota di 8 punti percentuali dal momento che, spostando in avanti lo scaglione, chi prima si trovava nell'ultimo scaglione, quello con aliquota al 43%, si ritroverebbe, invece, nel secondo con aliquota 35%".
    La categoria nei mesi scorsi in precedenza aveva ipotizzato uno spostamento del limite del secondo scaglione a 70.000 euro, e ciò "produrrebbe un beneficio massimo pari a 1.600 euro per chi dichiara 70.000 o più euro di reddito e benefici via via minori per chi si trova sotto 70.000, fino ad azzerarsi in corrispondenza di 50.000 euro di reddito. Il costo complessivo è stimabile in circa 3,3 miliardi e coinvolgerebbe circa 2,8 milioni di contribuenti", recita la nota dei professionisti.
    "Nel formulare la proposta - aggiunge de Nuccio - avevamo anche detto che, sulla base delle risorse disponibili, il limite del nuovo scaglione avrebbe potuto essere fissato ad un livello intermedio in modo da avviare la modifica e via via che si liberavano nuove risorse il limite avrebbe potuto raggiungere i 70.000 euro di reddito imponibile. Alla luce delle stime attuali, pari a 1,3 miliardi, secondo le simulazioni della Fondazione nazionale di ricerca dei commercialisti, il limite può essere portato fino a 56.000 euro di reddito con benefici massimi pari a 480 euro e un costo complessivo stimato pari a 1,2 miliardi di euro", si ribadisce.
   

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