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Responsabilità editoriale di Advisor
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Ci siamo? Nessuno può dirlo con certezza. In occasione della riunione di settembre, la Federal Reserve (Fed) statunitense ha nuovamente messo in pausa i tassi d'interesse, ma non ha escluso la possibilità di almeno un altro rialzo nel 2023.
Tuttavia, adesso la domanda più importante per gli investitori non è di quanto saliranno i tassi, ma piuttosto per quanto tempo resteranno così alti.
La risposta secondo gli esperti di Capital Group dipenderà dai dati. L'indicatore più importante, ovviamente, sarà l'inflazione. L'Indice dei prezzi al consumo (IPC) core statunitense, che esclude componenti volatili come prodotti alimentari ed energia, è sceso al 4,3% per l'esercizio chiuso al 31 agosto, dal 4,7% di luglio. L'inflazione è calata drasticamente dalla scorsa estate, consentendo alla Fed di concedersi una pausa.
David Hoag, gestore di portafoglio per il segmento del reddito fisso, pensa sia possibile che la Fed riduca i tassi lentamente a fronte della persistente erosione dell'inflazione, ma non prevede che si raggiunga l'obiettivo del 2% per l'inflazione o un livello di politica neutrale nel prossimo futuro.
Tuttavia, se le cose dovessero rapidamente degenerare, la Fed si è dotata di una grossa quota liquidità per stimolare l'economia. "Se l'economia dovesse peggiorare in modo significativo, potremmo rapidamente tornare a tassi d'interesse neutrali, che ritengo attestarsi intorno al 3,0%-3,5%", afferma Hoag. "Si tratta di una mossa importante, ove necessario, e la Fed potrebbe metterla in atto senza imbarazzo e senza scuse".
Quali sono le prospettive di inflazione?
Nel complesso, l'inflazione è costantemente diminuita negli ultimi sei mesi, una tendenza confermata dal rapporto IPC di agosto. Nel breve termine, sembra comunque che l'inflazione debba continuare a scendere dagli attuali livelli elevati. Nel più lungo termine, la tendenza pluridecennale di disinflazione sembra essere giunta al termine con l'evoluzione di diversi fattori strutturali a lungo termine.
"Le pressioni disinflazionistiche generate da risparmi in eccesso su scala globale negli ultimi 40 anni sono in fase di esaurimento a causa di cambiamenti demografici come la riduzione dell'aspettativa di vita negli Stati Uniti. L'aumento delle aliquote fiscali per le aziende e la normativa sul lavoro di impronta populistica, come l'aumento dei salari minimi, stanno frenando il calo della componente legata al lavoro dell'economia. La globalizzazione ha raggiunto una fase di stabilizzazione politica e fisica. Ciò potrebbe esercitare una pressione al rialzo sui rendimenti", afferma Tom Reithinger, gestore di portafoglio per il segmento del reddito fisso.
La Fed potrebbe sentirsi a proprio agio con un'inflazione che si attesti al di sopra dell'obiettivo del 2%, ma dipenderà dagli altri fattori in azione nell'economia. "Se la crescita dovesse vacillare e la disoccupazione iniziasse ad aumentare, la Fed potrebbe consentire che l'inflazione superi il suo obiettivo ufficiale e allentare comunque la politica monetaria a sostegno dell'economia", aggiunge Reithinger.
Nel complesso, questo contesto può essere positivo per il reddito fisso. "In termini storici, il reddito fisso ha ottenuto buoni risultati alla fine dei cicli di rialzo e quando la Fed si concede delle pause. I rendimenti obbligazionari di norma si sono mantenuti stabili durante queste transizioni e gli investitori hanno goduto dei benefici dei tassi d'interesse più elevati", afferma Tim Ng, gestore di portafogli a reddito fisso.
"Inoltre, se l'economia dovesse precipitare in una recessione e la Fed fosse costretta a operare dei tagli, è a quel punto che i portafogli dovrebbero effettivamente beneficiare del reddito fisso grazie all'apprezzamento del capitale derivante dal calo dei tassi d'interesse."
Sul fronte del mercato azionario, l'economista Jared Franz ha dichiarato che "I mercati hanno mostrato una buona tenuta nonostante l'aumento dei tassi: i mercati del lavoro sono rimasti solidi e la domanda dei consumatori si è mostrata resiliente e nella maggior parte dei casi le società americane hanno generato utili. Tuttavia, i guadagni di mercato sono stati determinati da un gruppo ristretto di titoli. L'ampiezza del mercato potrebbe migliorare poiché il prossimo anno la politica della Fed sarà più chiara agli investitori."
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