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Responsabilità editoriale di Advisor
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I mercati privati sono tornati in gran parte ai livelli pre-pandemici in termini di fundraising, attività di investimento e valutazioni, creando un contesto favorevole ai nuovi investimenti. Inoltre la rivoluzione tecnologia dettata dall’AI e altri trend di lungo periodo hanno reso particolarmente interessanti alcune strategie di private market. Ne è convinto Nils Rode, chief investment officer di Schroders Capital, che sottolinea come un potenziale allentamento dell'inflazione e i previsti tagli dei tassi d'interesse potrebbero inoltre fornire un’ulteriore spinta sul breve e medio termine. Tuttavia, a causa delle tensioni politiche in atto e dei rischi di escalation dei conflitti in corso, la diversificazione delle allocazioni sui mercati privati è fondamentale.
Vediamo nel dettaglio quali sono le prospettive per le diverse aree.
Il mercato del private equity si è ampiamente normalizzato. I volumi di raccolta e il numero di operazioni sono tornati ai livelli pre-Covid. Le uscite dagli investimenti più grandi, tuttavia, si mantengono su livelli contenuti rispetto al 2019, mentre quelle dagli investimenti più piccoli sono rimaste più stabili.
“Favoriamo un approccio altamente selettivo, concentrandoci sulle opportunità allineate alle tendenze globali e che possono catturare un “premio di complessità”. Inoltre, ci sono interessanti opportunità di uscita per piccoli buyout, grazie a un contesto più favorevole per il capitale non ancora investito (dry powder) e a valutazioni a sconto. I coinvestimenti sono interessanti perché le banche si sono ritirate dal mercato dei prestiti e i fondi di credito sono più cauti. Il fabbisogno di capitale proprio nelle operazioni è aumentato, il che ha creato un vuoto di capitale che i co-investitori attivi possono colmare” sottolinea il cio di Schroders Capital.
Guardando ai settori la preferenza è per le biotecnologie e l’AI generativa, mentre a livello di Paesi oltre a Nord America, Europa Occidentale anche Cina e India sono considerati molto interessanti: “la Cina rimane il secondo mercato di private equity a livello globale. Anche il mercato indiano del private equity è promettente grazie alle sue solide prospettive di crescita economica a lungo termine e a un ampio spettro di aziende in forte crescita” spiega Rode.
Sul fronte del private debt e del credito alternativo, secondo l’esperto, le banche negli Stati Uniti e in Europa continuano a ridurre i volumi dei prestiti a causa delle crescenti pressioni normative e delle difficoltà legate ai prestiti nel ramo immobiliare commerciale. Il risultato è un premio di rischio significativo per gli intermediari alternativi non bancari. E tra le preferenze sono indicati: debito infrastrutturale, con flussi di cassa stabili e a bassa volatilità, debito immobiliare, titoli insurance-linked, asset-based financing e microfinanza.
Un altro settore da tenere in considerazione per Rode è quello delle infrastrutture, in particolare il segmento della transizione energetica per la sua forte correlazione all'inflazione e per la sua capacità di fornire flussi di reddito stabili . “La spinta alla decarbonizzazione, unita alle preoccupazioni per la sicurezza energetica e amplificata dal conflitto in Ucraina, continua a favorire le energie rinnovabili” precisa l’esperto di Schroders Capital, che evidenzia come le tecnologie legate alle rinnovabili, come l'idrogeno, le pompe di calore, le batterie e la ricarica dei veicoli elettrici, svolgeranno un ruolo cruciale nel facilitare la decarbonizzazione di interi settori come i trasporti, il riscaldamento e le industrie pesanti.
Infine, anche il real estate rappresenta un'opportunità concreta.“Le opportunità immediate sono presenti nei mercati in cui si è verificato un rapido repricing, come il Regno Unito e il Nord Europa. In Asia-Pacifico, sono favorite le opportunità che si allineano alla ripresa ritardata della Cina o che supportano il nearshoring/friend shoring delle catene di approvvigionamento. Gli asset industriali e logistici sono tornati a prezzi interessanti nella maggior parte dei mercati secondari. Preferiamo gli immobili operativi con una forte spinta dalla domanda e un potenziale di reddito diretto o indiretto legato all'inflazione” conclude Rode.
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