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Responsabilità editoriale di Advisor
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Le tecnologie legate all’idrogeno e al riciclaggio di batterie sono destinate a crescere nel futuro e a guadagnarsi sempre più spazio nel mercato nei prossimi anni. Questo rappresenta una notizia importante per gli investitori, ha spiegato Henning Padberg, portfolio manager della strategia Global Climate and Environment di Nordea Asset Management che considera, ad esempio, interessante il tema dell’efficienza energetica, che viene spesso messa in relazione con l’enorme fabbisogno di risorse derivante dalla crescente digitalizzazione e dal boom dell’intelligenza artificiale. “Entro il 2030, si prevede che la domanda di elettricità complessiva delle tecnologie di informazione e comunicazione raddoppierà rispetto a quella attuale (fino a superare gli 8.000 terawatt/ora)” precisa l’esperto di Nordea AM.
Nonostante questo aspetto le energie rinnovabili rappresentano ancora una percentuale limitata del consumo energetico globale. Petrolio, carbone e gas sono le risorse che ancora oggi hanno un peso specifico maggiore con una produzione di 40.000 e 50.000 terawatt/ora ciascuno. L’energia idroelettrica, la più diffusa tra le energie rinnovabili, conta poco più di 10.000 terawatt/ora. Altre fonti come l’energia nucleare, l’energia eolica e quella solare sono ancora considerevolmente al di sotto di questa soglia.
“L’energia solare e quella eolica hanno visto una forte crescita negli ultimi anni, ma così è stato anche per i combustibili fossili” continua Padberg che evidenzia come la mancanza di infrastrutture sia un fattore penalizzante. “Attualmente non è possibile utilizzare né immagazzinare l’elettricità solare prodotta complessivamente in una giornata soleggiata. Per risolvere questo problema, entro il 2030 occorre destinare 750 miliardi di dollari all’anno nelle infrastrutture delle reti elettriche intelligenti” prosegue l’esperto di NAM.
Ma tale scenario offre interessanti opportunità anche per gli investitori. Tra le quali, secondo Padberg, quella rappresentata dal settore dei rifiuti. “Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, soloil 14% dei rifiuti di plastica mondiali viene attualmente riciclato. Eppure molte risorse come minerali metallici, combustibili fossili, biomassa e minerali non metallici possono essere recuperate”, sottolinea Padberg. “E per tutto ciò che non può essere riciclato, sono necessari migliori impianti di incenerimento per estrarre energia dai rifiuti stessi.”
L’economia circolare rappresenta quindi per il gestore di NAM un’altra valida opportunità da monitorare con aziende interessanti come Republic Services che con i suoi 147 impianti di riciclaggio e incenerimento dei rifiuti ha consentito di evitare 40 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 nel 2022.
Nel complesso, il gestore di portafoglio consiglia di non concentrarsi troppo su eventi a breve termine, che potrebbero innescare rapidamente reazioni eccessive e suggerisce cautela nei confronti delle aziende concentrate su un’unica tecnologia o soluzione: “La storia ha dimostrato che è difficile costruire un modello di business solido in questo modo. In questi casi, non è raro che le aziende diventino troppo dipendenti da singole materie prime come il litio, i cui prezzi sono molto volatili”, conclude Padberg.
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