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Responsabilità editoriale di Advisor
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L’attività umana è la causa principale della perdita di biodiversità. Per affrontare questa sfida globale in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità (COP 15) tenutasi nel 2022, è stato preso un accordo fondamentale per arrestare la perdita di biodiversità entro il 2030. L’accordo internazionale — o Global Biodiversity Framework (GBF) — si basa sull’impegno “30x30” di proteggere il 30% del pianeta e ripristinare il 30% degli ecosistemi degradati entro il 2030.
Per conseguire gli ambiziosi obiettivi dell’impegno “30x30”, il GBF mira a mobilitare i capitali privati per integrare i finanziamenti pubblici già esistenti. Le stime relative agli attuali finanziamenti annuali dedicati alla protezione e al ripristino della natura variano da circa 154 a 166 miliardi di USD, la maggior parte dei quali è coperta dalla spesa pubblica. Al fine di arrestare la perdita di biodiversità e limitare il surriscaldamento globale al di sotto di 1,5°C, sarà necessario un incremento dei finanziamenti per questo tipo di attività fino a 384 miliardi di USD all'anno entro il 2025. Per raggiungere questi obiettivi, saranno necessari anche nuovi investimenti privati e politiche che incoraggino l'intervento dei proprietari e dei gestori privati dei terreni.
Gli approcci basati sul mercato, ideati per incentivare la protezione, una migliore gestione e il ripristino della natura, possono sia ampliare la portata delle politiche, includendo i proprietari terrieri privati, sia incoraggiare gli investimenti volti a raggiungere gli obiettivi di conservazione della biodiversità a livello globale e nazionale. Tanto i governi quanto le organizzazioni indipendenti sono coinvolti nell’ideazione e nel sostegno di tali approcci basati sul mercato. I mercati assegnano un prezzo alla protezione e al ripristino della biodiversità, creando incentivi per agevolare i flussi di capitali privati verso investimenti che migliorano, invece di ridurre, la biodiversità. Inoltre, implementando gli incentivi corretti, la protezione, il miglioramento e il ripristino degli ecosistemi a favore della biodiversità possono tramutarsi in una fonte di ricavi per i proprietari terrieri e non costituire più solo un costo associato alle proprie attività.
Esistono i diversi approcci basati sul mercato, esistenti e in via di sviluppo, che consentono agli investitori in beni fondiari di avere un impatto positivo sulla biodiversità. Nei Paesi di tutto il mondo, esiste un'ampia gamma di mercati ambientali a favore della biodiversità, alcuni di livello globale. Gli strumenti di mercato comprendono pagamenti per i diritti fondiari, incentivi versati per pratiche di gestione ecocompatibili e certificati negoziabili per il ripristino ecologico.
Ad esempio negli USA le vendite e servitù di terreni destinati alla conservazione sono due meccanismi che consentono agli operatori del settore pubblico o privato di tutelare la biodiversità e altri valori ambientali su terreni privati, tramite l'acquisizione, in tutto o in parte, di diritti di proprietà. “Per i proprietari di terreni boschivi, le vendite di servitù destinate alla conservazione possono costituire un modo per generare ricavi e proteggere la biodiversità, mantenendo al tempo stesso la proprietà del terreno e la gestione forestale corrente” precisa Gwen Busby, head of research and strategy, Nuveen Natural Capital. Ad esempio, una servitù destinata alla conservazione delle “foreste attive” consente di continuare le attività forestali e la raccolta, vietando al contempo lo sviluppo o la conversione della destinazione d’uso del terreno.
Gli acquirenti sono, in genere, trust fondiari o agenzie ambientali statali o locali statunitensi. Gli acquisti possono essere finanziati pubblicamente da un’agenzia governativa o effettuati privatamente da una persona fisica o giuridica. Negli ultimi anni, i programmi federali di finanziamento destinati alla conservazione negli Stati Uniti hanno beneficiato di un sostegno decisamente maggiore, grazie all’approvazione del Great American Outdoors Act (2020) e dell’Infrastructure and Investment Jobs Act (2021).
Ma non è l’unica modalità. Esistono anche altri strumenti come i crediti di compensazione, che è un sistema di crediti e debiti che, all’interno del sistema, assicura che non si verifichi una perdita netta di queste aree ecologicamente importanti e protette a livello federale. Gli acquirenti dei crediti includono, di norma, sviluppatori pubblici o privati di progetti infrastrutturali, industriali, energetici, commerciali o residenziali. I crediti vengono negoziati all’interno di “mercati ecologici” al fine di garantire che i benefici derivanti dal ripristino siano equivalenti agli impatti, assicurando che non vi siano perdite nette.
“I quadri di riferimento dei crediti di anidride carbonica per la biodiversità costituiscono un altro approccio basato sul mercato per incentivare gli investimenti nella natura. Gli incentivi vengono creati versando crediti a progetti che generano risultati positivi misurabili e scientificamente verificati a favore della biodiversità. L’interesse per questo approccio è aumentato negli ultimi anni, in parte a causa della crescita del mercato volontario di anidride carbonica, ed è rafforzato dall’impellente necessità di finanziare soluzioni che facciano progredire gli obiettivi politici a livello di GBP volti ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità” spiega l’esperta di Nuveen Natural Capital e aggiunge “Diversi quadri di riferimento dei crediti di anidride carbonica indipendenti e governativi sono nelle prime fasi di progettazione e sviluppo. Tuttavia, al fine di ottenere un mercato funzionale, saranno necessari ulteriori progressi da parte di tutti”.
Ma per gli investitori quale valore rappresenta?
Secondo l’head of research and strategy di Nuveen Natural Capital "Lo sviluppo di quadri di riferimento per i mercati dei crediti a favore della biodiversità potrebbe aprire nuove strade per investire nel ripristino ecologico, visto che quando tali benefici aggiuntivi per la biodiversità possono essere verificati e monetizzati sui mercati ambientali, gli investitori sono in grado di generare un impatto positivo e conseguire un ricavo a livello finanziario”.
Per gli investitori in beni fondiari che cercano di destinare il capitale a strategie a beneficio della biodiversità, esistono numerose opportunità di accesso a mercati ambientali consolidati, in particolare nei Paesi dei mercati sviluppati, come gli USA e l’Australia. Ma nel breve termine è possibile osservare benefici per la biodiversità legati ai crediti di CO2 in alcuni mercati emergenti, come Brasile, Colombia e Indonesia, tra gli altri.
I mercati ambientali per la protezione, la migliore gestione e il ripristino della natura rappresentano un’opportunità sempre maggiore per gli investitori nei beni fondiari. Investire nella biodiversità può potenzialmente incrementare i ricavi delle strategie d’investimento tradizionali — ed è dimostrato empiricamente che può anche ridurre il rischio incrementando l’esposizione verso mercati non correlati.
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