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Responsabilità editoriale di Advisor
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La diversità sta iniziando a guadagnarsi il posto che merita nell’ambito degli investimenti ESG. Se fino ad oggi l’attenzione era sempre più concentrata sul fattore ambientale, l’ambito social è quello che è rimasto più indietro. Ma potremmo assistere a un cambio di marcia, così come evidenzia Julie Bech, co-Portfolio Manager del Nordea 1 – Global Diversity Engagement Fund
“Secondo le ultime stime di uno studio di McKinsey sul tema, entro il 2026 verranno investiti circa 15 miliardi di dollari in Diversità e Inclusione”. Queste perché ci sono numerose le aziende che riconoscono il reale valore aggiunto di una cultura aziendale che rispetta tematiche di diversità e inclusione, partendo dalla fidelizzazione dei dipendenti all’ampliamento delle basi di clienti e consumatori, per citarne qualcuno.
Ma il tema non è solo di “cultura aziendale” più sana. Le aziende con maggiori attenzione a tematiche legate alla diversità hanno anche performance migliori. “Sono in crescita gli studi accademici che affermano come le aziende con maggiore diversità e più inclusive offrano un vantaggio competitivo rispetto alle concorrenti. Ad esempio, The Harvard Business Review ha pubblicato uno studio in cui vengono evidenziati numerosi esempi che mostrano come le società ad elevata capitalizzazione con almeno una donna nel consiglio di amministrazione hanno generato un rendimento del capitale (ROE – un indicatore della redditività) e una crescita dell’utile netto (il tasso di crescita dei profitti) più elevati rispetto a quelle aziende che non avevano diversità di genere nel board” spiega Bech.
“Dal nostro punto di vista, la capacità delle società di avere performance migliori è strettamente connessa al modo e all’efficienza con cui queste società investono il loro capitale. Un numero crescente di ricerche dimostra che esiste un legame tra la responsabilità sociale delle imprese e la performance finanziaria, ma il conseguente trend di investimento è appena agli inizi” continua Bech che illustra come NAM sia stata una delle prime società a muoversi in questo ambito, lanciando il fondo Global Diversity Engagement nel 2019.
“Il fondo, con rating cinque stelle in Morningstar, si basa su studi accademici che evidenziano il vantaggio competitivo delle aziende caratterizzate da maggiori livelli di diversità e inclusione rispetto alle concorrenti. Il Fondo (BI USD) ha reso il 69% dal lancio, sovraperformando il benchmark del 3,4%, dimostrando il successo di un approccio di gestione attiva in questo tema e supportando anche la ricerca accademica sulla diversità aziendale” evidenzia il co-portfolio manager.
“Il nostro portafoglio è composto non solo da aziende leader in termini di politiche e pratiche D&I, ma anche da aziende che stanno lavorando per migliorare il proprio profilo o che sono più indietro nell’integrare queste dinamiche all’interno della vita aziendale. I nostri sforzi a livello di engagement si concentrano sugli ultimi due gruppi, dove è necessaria una maggiore interazione con le società” precisa Bech.
E non si deve pensare che tale tematiche siano secondarie, infatti l’attenzione a diversità e inclusione ha guadagnato terreno in modo significativo perché, oltre ad essere una causa sociale importante, ha un reale valore economico. “Il Global Diversity Engagement Fund di Nordea dimostra che ciò che è positivo per le società, lo è anche per gli investitori” conclude il co-portfolio manager.
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