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Responsabilità editoriale di Advisor
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Performance e investimenti sostenibili possono andare di pari passo. Ne è fermamente convinto Henning Padberg, uno dei gestori pioniere in materia di investimenti sostenibili, che nel 2008 ha lanciato la prima strategia dedicata all’investimento climatico di Nordea Asset Management (NAM), oggi una delle maggiori soluzioni art. 9 in Europa con circa 10 miliardi di euro di masse in gestione.
Per l’esperto gli ultimi due anni hanno messo sotto-pressione il settore sostenibile e l’investimento climatico, ma questo non deve preoccupare. “Abbiamo visto in passato che ci sono alti e bassi con le energie rinnovabili in particolare. Non bisogna dimenticare che si tratta ancora di industrie relativamente giovani in cui si registrano progressi rapidi. Ecco perché i leader di mercato di ieri non sono sempre i vincitori del mercato azionario di domani, motivo per cui in passato siamo stati piuttosto selettivi nella nostra selezione delle azioni attive in questo campo. Tuttavia, è ragionevole attendersi buone opportunità nel settore, soprattutto se si pensa alle tecnologie necessarie, come l’elettronica efficiente e i software intelligenti per la gestione energetica, nonché all’espansione delle reti elettriche sopra menzionate. Per noi, il criterio più importante rimane la capacità delle aziende di affermarsi sul mercato con prodotti differenziati e generare i flussi di cassa che corrispondono alle valutazioni attuali del mercato per il futuro” ha precisato il gestore di NAM.
“Il 2022 è stato un anno difficile, soprattutto venendo da un 2021 particolarmente positivo per il portafoglio. Tuttavia, nel corso dell’anno, alcune delle nostre esposizioni ai settori dell’agricoltura e della gestione dei rifiuti hanno messo a segno ottimi risultati, poiché hanno beneficiato dell’inflazione elevata. Nel complesso, penso che il risultato finale sia stato competitivo, soprattutto rispetto ad altre strategie sostenibili” ha continuato Padberg.
E guardando al settore egli indica come ci siano delle buone opportunità nel settore dell’efficienza energetica. “Le prospettive sono buone perché parliamo di prodotti con un forte senso economico per l’utilizzatore finale. Ci piace anche l’area delle reti elettriche intelligenti, perché queste devono essere ampliate in linea con, o preferibilmente in anticipo, le energie rinnovabili. Consideriamo interessante anche il tema del rispetto dell’ambiente da un punto di vista strutturale, ma occorre agire con cautela a breve termine, poiché, come tutti sappiamo, i bilanci delle famiglie hanno risentito della o pressione inflazionaria . In termini di settori tradizionali, molte delle azioni che riteniamo più interessanti fanno parte del mondo industriale, informatico e dei materiali, ma alcuni servizi di pubblica utilità possono anche essere molto interessanti in ottica più difensiva” elenca Padberg.
E sul fronte del tema dell’intelligenza artificiale, che è un tema alquanto controverso dal punto di vista sostenibile, il gestore commenta: “Pensiamo che l’intelligenza artificiale possa portare a enormi aumenti di produttività e miglioramenti, ma non vediamo come questi possano ancora essere misurati concretamente nell’economia reale. Allo stesso tempo, l’enorme espansione dei data center comporta anche nuove sfide per l’efficienza delle risorse. Da questo punto di vista siamo investiti in alcune aziende che aiutano, ad esempio, a ottimizzare l’efficienza energetica nei data center, e lo riteniamo un investimento molto interessante. Abbiamo vissuto situazioni di boom nel nostro universo di investimenti in passato, e ogni boom è tipicamente seguito da un ridimensionamento. Cerchiamo quindi di diversificare le nostre fonti di performance in modo relativamente ampio, in modo da non dipendere da occasionali ventate di euforia e non assumerci rischi legati ad un tema troppo specifico” conclude l’esperto.
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