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Responsabilità editoriale di Advisor
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La prima grande differenza tra i due mercati riguarda il tipo di proprietà. “Capire questa distinzione è fondamentale. Le azioni pubbliche appartengono a società quotate sul mercato azionario pubblico e possono essere possedute da milioni di investitori che detengono una quota dell'azienda. Le azioni possono essere negoziate in ogni momento su base giornaliera o addirittura infra giornaliera” raccontano gli esperti di Schroders. “Le imprese private, invece, non sono quotate e sono generalmente di proprietà di individui, famiglie o fondi di private equity. Questi ultimi acquistano le aziende per farle crescere in modo sostanziale nell'arco di alcuni anni attraverso capitali provenienti da fondi pensione, compagnie assicurative, fondazioni e anche da singoli investitori al dettaglio. In generale, possiamo dire che la maggior parte delle società nel mondo sono di proprietà privata”.
In base al tipo di proprietà cambia anche la partecipazione e anche il coinvolgimento degli investitori. “Come investitori di società pubbliche, si può decidere il proprio livello di coinvolgimento: si può essere semplici azionisti passivi oppure azionisti attivi che cercano di influenzare positivamente il comportamento dell’azienda per conto degli altri investitori. In Schroders prendiamo molto sul serio questo ruolo e usiamo la nostra voce per garantire che le aziende in cui investiamo siano gestite nel modo più sostenibile possibile.
Probabilmente, in qualità di investitore privato si ha una maggiore opportunità di essere uno stakeholder attivo. In genere si è uno dei pochi azionisti di maggioranza, a differenza di un investitore del mercato pubblico che è uno dei tanti azionisti di minoranza. Come investitori privati, spesso si è quindi più vicini all'azienda potendo esercitare una maggiore influenza sulla sua gestione. Questo processo inizia dal momento dell’acquisizione: quando un fondo di private equity investe in genere costruisce un piano aziendale insieme al management che include aree di crescita concordate” spiegano da Schroders.
Infine un altro elemento fondamentale riguarda la liquidità e l’accesso a tali mercati. “Le azioni quotate, al contrario dei mercati privati, sono considerate un investimento relativamente liquido. Questo perché è possibile acquistare e vendere sui mercati i titoli in tempi rapidi, accedendo così all’investimento in qualsiasi momento. Il private equity è però diventato un mercato di grandi dimensioni e con la maturazione del settore si è creato un mercato secondario sempre più attivo. Questo significa che per gli investitori è diventato più facile trovare acquirenti e venditori di asset privati, senza doversi più limitare ad effettuare transazioni attraverso il gestore che detiene il loro capitale. Esistono anche diversi modi per strutturare un investimento in private equity, ad esempio nei fondi che prevedono finestre di liquidità periodiche. Ciò consente una maggiore flessibilità per quegli investitori che potrebbero aver bisogno di ritirare i loro fondi prima della fine della durata dell'investimento” evidenziano da Schroders.
“L'acquisto di azioni pubbliche è un processo relativamente semplice, in quanto esistono una serie di piattaforme che consentono anche agli investitori meno esperti di acquistare e vendere con grande facilità. Sebbene accedere al private equity sia più difficile per l'investitore retail, per alcuni aspetti sta diventando più facile grazie alla regolamentazione e all'emergere di nuovi prodotti come gli European Long-Term Investment Fund - o ELTIF. In generale, queste tipologie di fondi comportano un minor numero di richiami di capitale, orizzonti di investimento più brevi, una rendicontazione fiscale più semplice e importi minimi di sottoscrizione più bassi” concludono da Schroders.
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