I bitcoin non sono sequestrabili
perché privi di valore legale. Lo fa sapere l'Aduc rendendo nota
la decisione della terza sezione penale della Corte di
Cassazione con sentenza 1760/2025 depositata lo scorso 15
gennaio. Il caso in questione riguarda il sequestro emesso dalla
procura di Firenze nel maggio 2024 di criptovaluta nei confronti
di un contribuente che aveva evaso il fisco per una somma di
120.638 euro in seguito ad una plusvalenza derivante da
operazioni di trading riguardanti proprio bitcoin. La misura
cautelare era stata inizialmente confermata dal tribunale del
riesame, che aveva respinto l'opposizione presentata dalla
difesa, poi il caso è arrivato in Cassazione che ha annullato il
sequestro rinviando il tutto al tribunale di Firenze per un
nuovo esame.
"In accoglimento dell'eccezione sollevata dal contribuente, la
Corte di Cassazione ha evidenziato come le criptovalute siano
prive di valore legale e, quindi, non possono essere considerate
valido mezzo di pagamento con effetti liberatori - spiega Sara
Astorino, legale e consulente Aduc -. Per la Cassazione, quindi,
è illegittima la conversione in bitcoin dell'importo
sequestrabile in euro quale profitto del reato tributario e ciò
'per la mancanza di regolamentazioni a opera di istituzioni
statali che ne possano garantire in via autoritaria un andamento
stabile al fine di ovviare a forti oscillazioni del cambio in
sede di conversione'".
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