La compagnia petrolifera spagnola
Repsol ha deciso dare la precedenza al Portogallo per i suoi
primi investimenti nell'idrogeno verde, in particolare al
progetto riguardante la città portuale di Sines, del valore
complessivo di circa 650 milioni di euro, a cui si aggiunge ora
una spesa di 15 milioni per ampliare quell'unità industriale.
La decisione segue quella di sospendere tutti gli
investimenti in idrogeno previsti in Spagna, dopo che il governo
di Pedro Sánchez ha confermato che, a partire dal 2025, renderà
permanente la tassa straordinaria sugli extraprofitti delle
aziende energetiche e delle banche.
"Confermiamo che tutti i progetti di idrogeno verde sono stati
sospesi in Spagna. L'unico che andrà avanti come previsto è un
elettrolizzatore in Portogallo legato all'espansione del
complesso industriale di Sines", si legge nel testo con cui
Repsol ha risposto al giornale economico portoghese Eco. "Questa
decisione è dovuta all'attuale instabilità normativa in Spagna",
prosegue lo stesso comunicato, "e ai piani del governo spagnolo
di rendere permanente un'imposta straordinaria riscossa nel
2022, che rende il contesto normativo non favorevole a grandi
investimenti industriali a lungo termine".
Il sito portoghese di Repsol dovrebbe avere una capacità
produttiva equivalente a quattro megawatt (MW) di consumo
elettrico e una capacità di produzione di idrogeno di circa 600
tonnellate all'anno. L'inizio dei lavori di costruzione delle
due nuove fabbriche di polimeri è previsto per la prima metà del
2025 e la loro messa in funzione per il primo trimestre del
2026.
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