Un mercato frammentato, in Italia e
in Europa, una concorrenza tra gli operatori basata tutta sul
prezzo, pochi investimenti e la continua espansione dei colossi
Usa rischiano di pregiudicare il futuro delle telecomunicazioni.
"Tra cinque o dieci anni potremmo avere una rete vecchia",
avverte il presidente del Cnit - Consorzio nazionale
interuniversitario per le telecomunicazioni, Nicola Blefari
Melazzi, in vista del convegno Telecommunications of the Future
by 5GItaly, promosso dal Cnit, che si terrà il 9 aprile a Roma.
La nuova politica statunitense "estremizza il tutto". "Se
l'Europa volesse porre dei limiti ai grandi player come Amazon,
Meta o Google, è ora in una situazione più difficile. Trump ha
già detto - ricorda Blefari Melazzi - basta con le multe in Ue".
Il convegno indicherà come rilanciare le telecomunicazioni
partendo dai risultati del programma di ricerca Pnrr Pe-Restart.
Nell'ambito di questo programma, uno studio ha delineato cinque
possibili scenari sullo sviluppo delle telco in Europa. Il primo
scenario vede il mantenimento del status quo che "impedisce e
ostacola lo sviluppo di nuovi modelli di business e di
tecnologia", spiega Blefari Melazzi.
"Gli operatori vivono una situazione di difficoltà finanziaria
in cui, a causa della concorrenza molto elevata, gli introiti
sono molto bassi e non ci sono soldi per poter finanziare le
nuove reti". La prima proposta è quindi quella di rimuovere gli
ostacoli all'unione degli operatori e la nascita di un mercato
unico nelle comunicazioni, "come dice anche il rapporto Draghi".
Un altro nodo da affrontare è la relazione con le grandi
società statunitensi. "Si può cercare di fare alleanze con loro
un po' meno svantaggiose", in cui i grandi player contribuiscono
allo sviluppo della rete che usano in Europa. "Oppure arrivare a
uno scenario in cui creiamo una piattaforma europea autonoma".
Anche per sviluppare una difesa comune, le telco sono "una
parte sostanziale". "Pensiamo allo sviluppo del radar dalla
Prima Guerra Mondiale o a Starlink adesso, senza
telecomunicazioni - conclude il presidente del Cnit - i sistemi
moderni non hanno modo di operare".
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