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In evidenza
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(di Paolo Petroni)
MATSUMOTO SEICHO, ''L'ATTESA''
(ADELPHI, pp. 300 - 19,00 euro - Traduzione di Gala Maria
Follaco) - YOKOMIZO SEISHI, ''IL DETECTIVE KINDAICHI E LA
MALEDIZIONE DEGLI INUGAMI'' (SELLERIO, pp.414 - 16,00 euro -
Traduzione di Francesco Vitucci). Ecco due bei gialli di due
autori nati all'inizio del Novecento e scomparsi ottantenni, che
ci arrivano da dove meno, probabilmente sbagliando, ce lo
aspetteremmo, il Giappone, forse il posto più culturalmente
altro rispetto al nostro mondo occidentale, specie scoprendoli
così simili a tanta nostra letteratura poliziesca a soluzione
deduttiva, come quella di Agatha Christie e Georges Simenon.
Sono comunque assai ben costruiti, tra situazioni noir e colpi
di scena con finale a sorpresa e sconcertante, ma ci coinvolgono
e hanno un fascino in più anche proprio per le loro atmosfere
diverse per introdurci a quel mondo particolare di vivere e
sentire.
Tutti e due i romanzi vertono attorno a una importante eredità
di origine industriale e sono giocati ovviamente sui temi del
desiderio di denaro e dei rapporti famigliari. Yakomizo è più
noir, ambienta tutto nell'immediato dopoguerra, nel 1949, e ci
sono numerosi morti, a cominciare dai tre nipoti del magnate
scomparso tra i quali l'erede a sorpresa, l'amatissima e bella
Tamayo, nipote di un uomo cui questi doveva molto, dovrebbe
scegliere il marito se vuole avere quel che le è stato
destinato. Altrimenti tutto andrà a un figlio segreto di cui
nessuno sa nulla. La vicenda è ambientata in un idillico paesino
giapponese di montagna, dove viene chiamato Kindaichi Kosuke,
detective noto per le sue qualità logiche e conoscenza della
natura umana, piccolo e malmesso, ma che coinvolgerà il lettore
nella sua indagine esplorando piste diverse, davanti al
rimescolarsi in modo tutt'altro che limpido di odi, amori,
invidie, orgogli e l'ombra di una maledizione.
Matsumoto è scrittore più fine, attento a lavorare
maggiormente sulle psicologie e i personaggi, pur avendo una
struttura di racconto avvincente e sottile e anche qui la
protagonista Isako ha qualcosa da nascondere, oltre ad essere
determinata e subdola. L'autore ne indaga i desideri e il
tragico destino, le insicurezze disperate e gli slanci. Così,
pensando all'eredità che le spetterebbe e quel che vorrebbe dal
ricco e anziano marito che ha già due figlie, fa in modo di
allontanarle e finge di sostenere lui, mentre si sente libera di
soddisfare sessualmente la sua giovinezza con giovani amanti
occasionali, ed è proprio uno di questi che la mette nei guai.
Entreranno allora in gioco diversi personaggi e scopriremo la
vita precedente di Isako, tutt'altro che limpida, in un gioco di
trame sempre più pericoloso, in cui entrerà anche l'avvocato
Saeki.
Ecco allora che attraverso Isako scopriamo la parte nera
della società giapponese colta nella crisi dei propri valori
davanti alla febbre del denaro. E Matsumoto lavora con una
scrittura limpida e chiara sui personaggi e sulle situazioni,
sull'ingarbugliarsi delle cose in un gioco che pare procedere
su un piano in discesa anche se con momenti di sosta e ripresa
di cui partecipiamo tutti gli aspetti nello svilupparsi piano
della storia sino alla sua conclusione.
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