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(di Massimo Lomonaco)
CRISTINA STILLITANO, A LUGLIO NON
SUCCEDE MAI NIENTE.LE INCHIESTE DI CLODOVEO (PIEMME, PP.368, 14
EURO). Torna Agostino Clodoveo, l'ostinato e burbero Commissario
ideato da Cristina Stillitano che forse potrebbe presto esordire
in tv. In realtà non è mai partito, visto che la 'sua' Roma
degli anni '50 si fa fatica a lasciarla. Del resto come
potrebbe? Clodoveo in questa città si muove a suo agio, è a sua
misura, aderente al suo ritmo, soprattutto il Tevere, coi suoi
fiumaroli e canottieri. A pochi anni dalla fine della guerra, è
ancora un villaggio di modi e di costumi, la Roma di 'Poveri ma
belli', lontana dalla sgangherata metropoli di oggi. Clodoveo è
un Mastroianni in tono minore ed appare scontato che la Dolce
Vita degli anni a venire non lo cambierà. Il commissario
affronta il suo primo mistero nel '53, ora - quattro anni dopo -
al suo quinto episodio nel 1957 si incaglia in un ginepraio
oscuro, terribile nella sua ferocia. E' l'Italia del primo
Carosello, della prima Fiat 500, quella 'che va sotto cieli di
cristallo', avrebbe cantato Ron, anni dopo. E fa un caldo che
tramortisce quella estate. In un palazzo dei Parioli, nel cuore
della Roma bene, una famiglia intera è stata ritrovata senza
vita. Lui, l'avvocato Braschi ne ha difese tante di cause,
soprattutto quelle perse. Ora nessuno prenderà più le sue parti,
nè di sua moglie e persino del piccolo Benedetto. Solo la figlia
più grande, Ardenia, è riuscita a sopravvivere, gravemente
ferita. Come se non bastasse, al quarto piano dello stesso
stabile, c'è stato un furto con scasso. Chi potrebbe escludere
ragionevolmente che i due fatti non siano collegati? Tutto lo
lascia presumere, ma è difficile perforare la soffocante cappa
di paura dello stabile dove nessuno degli inquilini è disposto a
fornire aiuto, un semplice indizio. Era l'ora della cena-
rispondono in coro - e tutti erano incollati ai nuovi
televisori per Carosello. L'unico a fornire una traccia, labile,
è il portinaio della palazzina di fronte: lui ha visto un uomo
correre via in modo sospetto. La chiave potrebbe essere la
ragazza, ma Ardenia, ricoverata in ospedale, non ha più ricordi
di quella notte. Buio. Un maledetto buio nella mente, e lo
strazio di trovarsi sola. Così il Questore decide di affiancarle
uno psichiatra per aiutarla a ritrovare la memoria. Ma se la
memoria fa male e provoca dolore, difficile tirala fuori. Anche
di fronte ad un Commissario a cui la verità sta a cuore. Un
commissario che comincia a fare pace con i suoi dolori: a volte
l'immagine della moglie annegata nel Tevere appare ora sfocata.
Il ricordo piano piano si sta incasellando dove deve stare.
Clodoveo ha anche un'altra urgenza per sbrigarsi a risolvere il
rebus dei Parioli: tra sette giorni si sposerà di nuovo. Ad
attenderlo c'è Fiorella, la donna che l'ha riportato in vita,
che ha ridato senso ai giorni che passano, alle ore che si
rincorrono. Prima però qualcuno ai Parioli deve capire che ha di
fronte Agostino Clodoveo.
Più passa il tempo, più la scrittura di Stillitano si affina,
diventa letteraria senza perdere di vista il personaggio.
Raccontare una strage familiari non è facile: i meccanismi
psicologi che vi si nascondono dietro non sono nè semplici nè
tantomeno razionali. Ed la sfida che Stillitano-Clodoveo sanno
di dover affrontare.
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