(di Alessandra Magliaro)
Dopo aver interpretato Maurizio Gucci
nell'House of Gucci di Ridley Scott, Adam Driver è alle prese
con un altro italiano, il Drake, il mito di Maranello,
protagonista del film di Michael Mann, Ferrari. Già in corsa
alla Mostra di Venezia, prodotto da STX Entertainment, il film è
un'esclusiva per l'Italia Leone Film Group in collaborazione con
Rai Cinema e arriva il 14 dicembre al cinema con 01
Distribution.
"Un uomo particolare, diverso da tutti, una persona che era
come spronata dal lutto del giovane figlio Dino, dal dolore che
provava. E tutti i rapporti con le persone che lo circondavano,
in famiglia e nella scuderia, ne erano condizionati. Di Enzo
Ferrari - ha raccontato Adam Driver - sapevo poco ma via via che
preparavamo il film, conoscevamo i luoghi veri a Modena, il
barbiere, lo studio, la casa, i ristoranti, sono entrato in
connessione con lui e il suo mondo, è stato davvero
emozionante".
Nel kolossal di produzione indipendente, girato in Italia,
con adrenaliniche scene di gara, c'è la ricostruzione della
famosa Mille Miglia del 1957 con la tragedia che costò la vita
al pilota Ferrari Alfonso De Portago e fece strage nel pubblico
a Guidizzolo con la morte di nove spettatori tra cui 4 bambini.
Fu l'ultima Mille Miglia poi vietata per ragioni di sicurezza,
la fine di un'epoca. Nel cast ci sono Penelope Cruz (la moglie
Laura Ferrari), Jack O'Connell, Sarah Gadon (Linda Christian),
Gabriel Leon, Lino Musella, Valentina Bellè e Shailene Woodley
che interpreta l'amante Lina Lardi, da cui nascerà Piero,
riconosciuto solo nel 1975.
"Sono affascinato da sempre da storie così profondamente
umane, quando mi sono imbattuto in un personaggio così dinamico
come Enzo Ferrari ne sono rimasto colpito. Tutti i suoi aspetti
contrastanti sono universali, ma così è la vita e lui li aveva
concentrati", ha sottolineato il regista.
Nel film l'ex pilota con "la passione letale", parole sue nel
film, per i motori, ha un cuore che sembra battere solo in
funzione delle gare. Peccato che per Adam Driver questa gioia
non ci sia stata: "Le assicurazioni non si sono fidate di me,
non mi hanno lasciato guidare. Mi facevano paura, confesso,
nessuno voleva che neppure le toccassi, ma è stato fondamentale
per il film averle, come pure girare in Italia, visitare i veri
luoghi. È importante capire il contesto, la mentalità. Ferrari
era una persona unica, incredibilmente concentrata sul presente,
sulle corse, sulle vittorie".
Il 1957 è un anno cruciale per la vita di Enzo Ferrari: ha
perso l'amato figlio Dino a 24 anni per la distrofia, il suo
matrimonio con Laura, rovinato dal dolore è al capolinea, nel
frattempo prosegue la relazione extraconiugale con Lina Lardi,
conosciuta durante la guerra e che gli ha dato il figlio Pietro
che lo chiama papà ma che lui riconoscerà solo nel 1975, durante
le gare muoiono suoi amici fedeli e la sfida con la Maserati,
pure modenese, gli toglie il sonno, per lui ci sono solo le
corse e la Mille Miglia di quell'anno finirà in tragedia.
Pubblico e privato si sovrappongono nel melò di Michael Mann.
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