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Equus emoziona e entusiasma il pubblico del Duse a Genova

Equus emoziona e entusiasma il pubblico del Duse a Genova

Cinquanta anni dopo torna il drammatico testo di Shaffer

GENOVA, 26 marzo 2025, 10:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Roberto Iovino Teatro Duse affollatissimo a Genova ieri sera per la prima di "Equus". Molti giovani e molti anziani: fra questi ultimi, tanti "c'erano" anche cinquant'anni fa quando il drammatico testo di Peter Shaffer venne rappresentato proprio sullo stesso palcoscenico in prima nazionale. Allora la regia era del ventiduenne Marco Sciaccaluga; questa volta a firmarla è stato il figlio Carlo.
    Una sorta di ideale passaggio di consegne. Va detto subito che è stato uno splendido spettacolo, uno dei più belli di questi ultimi anni, magnificamente costruito e altrettanto magnificamente interpretato, tanto che la platea in totale silenzio e crescente tensione lungo tutta la serata (oltre due ore e quaranta la durata) alla fine è scattata in un interminabile e calorosissimo applauso.
    Le analogie fra i due spettacoli si limitano essenzialmente a due elementi: l'utilizzo delle splendide maschere per rappresentare i cavalli e la traduzione del testo che Carlo ha recuperato dal padre naturalmente aggiornandola per renderla contemporanea (i jingle che canta il ragazzo per eludere le domande tratte dalle pubblicità odierne ne sono un esempio). La scena, ideata da Anna Varaldo è uno spazio vuoto nel quale è collocata una passerella che scende a terra da un lato avvolgendo una pedana circolare e rotante posta al centro. Lì, immaginaria clinica per malati di mente, si sviluppa il rapporto fra lo psichiatra Martin e il giovane Alan che una notte, senza apparente ragione, ha accecato sei cavalli da lui adorati.
    Martin deve scavare nella mente di Alan, in realtà scava anche nella propria, si interroga sulla sua vita in un dialogo serrato fra passione fisica e passione mistica, fra istinto e ragione.
    Martin giunge a invidiare il ragazzo che almeno per una notte ha "cavalcato" esaudendo i propri ardenti desideri. Un testo di forte drammaticità che Sciaccaluga ha governato con intelligenza, scavando nei personaggi, lavorando attentamente sulle luci (di Aldo Mantovani) e sull'incisivo commento musicale (di Andrea e Leonardo Nicolini, rispettivamente padre e figlio), e regalando momenti di grande teatro: così è la scena dei cavalli, cupamente cadenzata dal ritmo degli zoccoli al trotto, e così è naturalmente la famosa scena del nudo integrale in cui Alan cerca invano di fare l'amore con la sua ragazza, ma la "presenza" dei cavalli glielo impedisce. Il cast è eccellente.
    Il giovanissimo Pietro Giannini è un Alan di forte drammaticità, Luca Lazzareschi costruisce la figura controversa dello psichiatra con lucida intelligenza. Bravi anche gli altri: Pia Lanciotti (la madre di Alan), Paolo Cresta (il padre) e poi Camilla Semino Favro, Giulia Prevedello, Michele De Paola.
    Repliche fino al 6 aprile. Da non perdere.
   

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