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Da Buy a Accorsi per celebrare 40 anni di Argot Teatro

Da Buy a Accorsi per celebrare 40 anni di Argot Teatro

Lo spazio dove nacque una generazione di attori e autori nuovi

ROMA, 20 ottobre 2024, 15:06

Redazione ANSA

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(di Paolo Petroni) C'è stato un periodo, verrebbe da dire un'epoca tanto pare oramai lontana, in cui il cinema nasceva dagli spettacoli teatrali di giovani autori e attori italiani, e basta ricordare qualche titolo e qualche nome: 'Italia Germania 4 a 3' di Umberto Marino con Margherita Buy, Fabrizio Bentivoglio, Mattia Sbragia nel 1987 e diventato omonimo film nel 1990 con Nancy Brilli e regia di Andrea Barzini; 'Volevamo essere gli U2' sempre di Marino nel 1992 e film lo stesso anno con, tra gli altri, Enrico Lo Verso e Massimo Ghini; 'Uomini senza donne' di Angelo Longoni con Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi nel 1993 e film nel 1996 con in più Manuela Arcuri e Sergio Cammerere; 'Naja' sempre di Longoni con Stefano Accorsi, Lorenzo Amato, Francesco Siciliano del 1987 e film nel 1997, per arrivare, se si vuole, a 'Shakespea Re di Napoli' di Ruggero Cappuccio del 1994 e diventato film l'anno scorso.
    Fu il Teatro Studio Argot, che oggi compie e celebra i suoi 40 anni di vita, l'officina di tutto questo, lo spazio (nel cortile di un condominio a Trastevere) dove, esaurita la spinta della neoavanguardia romana delle cantine e della scrittura scenica, nascere, mettersi alla prova, non aver paura di lanciare sfide e di proporsi giovani, per riappropriarsi della parola con autori giovani, crescendo assieme e dando vita all'ultima generazione vera della drammaturgia italiana, quella fatta di tanti nomi che si conoscono, che lavorano in scena, che formano un tessuto culturale. Fondatore e animatore di questo luogo era Maurizio Panici, autore di molte regie di quei testi, per il quale ''Argot è sempre stato qualcosa di più di un semplice ente produttivo, è un progetto complessivo che si rimodula continuamente, adattandosi e modificando contemporaneamente quel che gli sta attorno'', così che dedicò le celebrazioni dei trenta anni, nel 2014, ''A Tiziano, al Teatro che verrà'', passando il testimone a questo figlio attore che ha dimostrato di averne ereditato la passione e l'impegno, come testimonia ora la mostra e le iniziative cha ha organizzato per la nuova ricorrenza.
    Una ricorrenza che è doveroso celebrare proprio per ricordare cosa furono quegli anni, quel fervore e quelle scoperte cui, come critico, ebbi la fortuna di partecipare, e che deve essere spunto perché il teatro di oggi, in grave crisi economica e di idee, non si arrenda e possa rinascere, ricordando chi lì ebbe i suoi inizi, da Sergio Rubini a Luca Zingaretti, da Maria Paiato a Kim Rossi Stuart, per fare altri nomi, con Antonio Latella, Marco Paolini, Edoardo Erba, Spiro Scimone, Alberto Bassetti, Luca De Bei, Roberto Cavosi.
    Ogni sera, specie i primi anni, era una sorpresa, il trovarsi davanti a qualcosa di nuovo, rendersi conto che si cercava una lingua nuova, una drammaturgia contemporanea in cui gli spettatori giovani potessero ritrovarsi, una recitazione più immediata ma sempre professionale, tutti assieme, confrontandosi, sorreggendosi, non accettando risposte scontate, ma facendosi domande tra quelle ''quattro pareti che rappresentano i confini di uno spazio votato a porre e porsi interrogativi', come sottolineava Panici anni fa.
    Allora sarà istruttivo e si spera suscitatore di interesse e desideri, visitare la mostra aperta sino a martedì nella sede We-Gil a largo Ascianghi, dedicata ai protagonisti di questa storia più dieci locandine storiche ridisegnate oggi da Leonardo Crudi che ha elaborato immagini grafiche delle principali produzioni dell'Argot in un allestimento tra teatro, arti e fotografia. Si va dai lavori di Marino e Longoni a quelli di Sergio Pierattini e Maurizio Gili. Da domani a venerdì 25 ottobre si terrà la rassegna 'Cinemargot' con cinque film di quelli tratti da spettacoli nati in quella sala che, per la nuova stagione 2024/25, dal 21 novembre vedrà, assieme a nuovi nomi, il ritorno per questi 40 anni di Tommaso ragno, che la apre con un suo storico monologo, 'Una relazione per un'accademia' di Kafka, poi, Filippo Timi, Tommaso Ragno, Roberto Latini, Sframeli-Scifone, Anna Ferzetti, Lodo Guenzi e Elena Arvigo, Antonio Latella e Luca Guadagnino.
   

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