(di Paolo Petroni)
C'è stato un periodo, verrebbe da
dire un'epoca tanto pare oramai lontana, in cui il cinema
nasceva dagli spettacoli teatrali di giovani autori e attori
italiani, e basta ricordare qualche titolo e qualche nome:
'Italia Germania 4 a 3' di Umberto Marino con Margherita Buy,
Fabrizio Bentivoglio, Mattia Sbragia nel 1987 e diventato
omonimo film nel 1990 con Nancy Brilli e regia di Andrea
Barzini; 'Volevamo essere gli U2' sempre di Marino nel 1992 e
film lo stesso anno con, tra gli altri, Enrico Lo Verso e
Massimo Ghini; 'Uomini senza donne' di Angelo Longoni con
Alessandro Gassman e Gianmarco Tognazzi nel 1993 e film nel 1996
con in più Manuela Arcuri e Sergio Cammerere; 'Naja' sempre di
Longoni con Stefano Accorsi, Lorenzo Amato, Francesco Siciliano
del 1987 e film nel 1997, per arrivare, se si vuole, a
'Shakespea Re di Napoli' di Ruggero Cappuccio del 1994 e
diventato film l'anno scorso.
Fu il Teatro Studio Argot, che oggi compie e celebra i suoi
40 anni di vita, l'officina di tutto questo, lo spazio (nel
cortile di un condominio a Trastevere) dove, esaurita la spinta
della neoavanguardia romana delle cantine e della scrittura
scenica, nascere, mettersi alla prova, non aver paura di
lanciare sfide e di proporsi giovani, per riappropriarsi della
parola con autori giovani, crescendo assieme e dando vita
all'ultima generazione vera della drammaturgia italiana, quella
fatta di tanti nomi che si conoscono, che lavorano in scena, che
formano un tessuto culturale. Fondatore e animatore di questo
luogo era Maurizio Panici, autore di molte regie di quei testi,
per il quale ''Argot è sempre stato qualcosa di più di un
semplice ente produttivo, è un progetto complessivo che si
rimodula continuamente, adattandosi e modificando
contemporaneamente quel che gli sta attorno'', così che dedicò
le celebrazioni dei trenta anni, nel 2014, ''A Tiziano, al
Teatro che verrà'', passando il testimone a questo figlio attore
che ha dimostrato di averne ereditato la passione e l'impegno,
come testimonia ora la mostra e le iniziative cha ha organizzato
per la nuova ricorrenza.
Una ricorrenza che è doveroso celebrare proprio per ricordare
cosa furono quegli anni, quel fervore e quelle scoperte cui,
come critico, ebbi la fortuna di partecipare, e che deve essere
spunto perché il teatro di oggi, in grave crisi economica e di
idee, non si arrenda e possa rinascere, ricordando chi lì ebbe i
suoi inizi, da Sergio Rubini a Luca Zingaretti, da Maria Paiato
a Kim Rossi Stuart, per fare altri nomi, con Antonio Latella,
Marco Paolini, Edoardo Erba, Spiro Scimone, Alberto Bassetti,
Luca De Bei, Roberto Cavosi.
Ogni sera, specie i primi anni, era una sorpresa, il trovarsi
davanti a qualcosa di nuovo, rendersi conto che si cercava una
lingua nuova, una drammaturgia contemporanea in cui gli
spettatori giovani potessero ritrovarsi, una recitazione più
immediata ma sempre professionale, tutti assieme,
confrontandosi, sorreggendosi, non accettando risposte scontate,
ma facendosi domande tra quelle ''quattro pareti che
rappresentano i confini di uno spazio votato a porre e porsi
interrogativi', come sottolineava Panici anni fa.
Allora sarà istruttivo e si spera suscitatore di interesse e
desideri, visitare la mostra aperta sino a martedì nella sede
We-Gil a largo Ascianghi, dedicata ai protagonisti di questa
storia più dieci locandine storiche ridisegnate oggi da Leonardo
Crudi che ha elaborato immagini grafiche delle principali
produzioni dell'Argot in un allestimento tra teatro, arti e
fotografia. Si va dai lavori di Marino e Longoni a quelli di
Sergio Pierattini e Maurizio Gili. Da domani a venerdì 25
ottobre si terrà la rassegna 'Cinemargot' con cinque film di
quelli tratti da spettacoli nati in quella sala che, per la
nuova stagione 2024/25, dal 21 novembre vedrà, assieme a nuovi
nomi, il ritorno per questi 40 anni di Tommaso ragno, che la
apre con un suo storico monologo, 'Una relazione per
un'accademia' di Kafka, poi, Filippo Timi, Tommaso Ragno,
Roberto Latini, Sframeli-Scifone, Anna Ferzetti, Lodo Guenzi e
Elena Arvigo, Antonio Latella e Luca Guadagnino.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA