Una magnifica serata, una festa
per ricordare i 50 anni del Brass Jazz Club di Palermo, una
storia di successo, quasi una favola, direbbero gli americani,
dallo scantinato pieno di fumo e whisky al teatro più fashion
della città, il Real Teatro Santa Cecilia. In assetto di
concerto il quintetto storico del Brass, con la splendida voce
di Carmen Avellone e il racconto scritto da Mario Di Caro e
recitato da Corrado Fortuna. Di Caro rende visibile quello che
alcuni hanno dimenticato e altri non hanno vissuto, quel
miracolo che prese vita a Palermo, quella passione irrefrenabile
per il jazz, ma anche per la musica brasiliana che non si è mai
spento. Il racconto convincente, emozionato, è strutturato come
parte essenziale del concerto, in ritmo di "Andante", un
monologo, una voce recitante come un sesto strumento della jam
session, che si alterna alla tromba magica di Vito Giordano, al
sax sognante di Orazio Maugeri, al contrabasso del musicista e
produttore Fabio Lannino, con Sergio Filosto alla batteria e al
piano quel "ragazzino con i pantaloni corti che a soli 11 anni
saliva sul palco durante gli intervalli per fare le sue prime
magie", Salvatore Bonafede. Un magnifico esercizio di memoria,
in un teatro pieno zeppo, nonostante la pioggia e il vento, che
ripercorre i fasti e i grandi nomi che hanno acceso la fiaccola
del Brass: Chet Baker, memorabile trombettista la cui immagine
campeggia alle spalle del sestetto, e poi Dizzy Gillespie,
Dexter Gordon, Irio de Paola, Carla Bley, per poi finire con uno
dei momenti più alti e impegnativi: Frank Sinatra allo Stadio,
650 milioni di compenso, la garanzia della banca e la paura di
non farcela. L'autore del testo, da giornalista e vero artigiano
della parola ricostruisce le origini di questo miracolo e rende
il giusto omaggio a colui che lo sognò, Ignazio Garsia, il
pianista eccellente, fortissima formazione classica, che si reca
a Stoccolma, e si innamora del jazz, l'unico che abbia poi
saputo coniugarlo con la musica colta europea. Audace e
coraggioso, decide di abbandonare il ruolo sicuro di pianista
dell'Orchestra Sinfonica e lanciarsi in questa
avventura, mettendo in gioco tutto se stesso. Corrado Fortuna è
un attore di cinema, più che il pathos utilizza uno sguardo
sornione, ma interagisce bene con i musicisti.
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