La XXXV edizione di Ravenna
Festival si conclude dal 15 al 19 novembre al Teatro Alighieri
con l'ormai consueta Trilogia d'autunno, quest'anno dedicata
alla musica cosiddetta barocca, un sostantivo e un aggettivo che
il musicologo Guido Barbieri, nel libretto di sala che è a
corredo della manifestazione, definisce "relazioni pericolose".
Proprio per riflettere sulla natura del trittico di
appuntamenti autunnale del Festival, in particolare sulle due
produzioni operistiche al loro debutto in scena, che Angelo
Nicastro, co-direttore artistico di Ravenna Festival, l'8
novembre alle 18 nella Sala Corelli del Teatro Alighieri,
incontra gli artefici principali dei due nuovi allestimenti, il
regista Pier Luigi Pizzi e il direttore Ottavio Dantone. "Il
ritorno di Ulisse in patria" di Claudio Monteverdi e "Didone e
Enea nel giorno di Santa Cecilia", che incastona l'opera di
Henry Purcell all'interno della sua ode alla patrona della
musica, portano infatti la firma di Pizzi (che ne cura anche
scene e costumi), mentre Dantone dirige al cembalo l'Accademia
Bizantina. L'appuntamento, a ingresso libero, sarà anche
l'occasione per invitare il novantaquattrenne regista milanese a
condividere alcuni momenti e aneddoti della sua straordinaria
carriera iniziata nel 1951, attraversando quindi più di
settant'anni di storia del teatro, italiano e non solo,
includendo incontri e collaborazioni con Luchino Visconti, Luca
Ronconi, Monserrat Caballé e Leyla Gencer, Gianandrea Gavazzeni
e Riccardo Muti, Federico Fellini e Giorgio Strehler, Valentina
Cortese, Franca Valeri e Giorgio De Lullo. Una storia che il
regista, scenografo e costumista, che ha spaziato dalla prosa,
all'opera fino al cinema, ha recentemente raccontato nel libro
"Non si può mai stare tranquilli. Incontri di vita e di teatro"
(EDT 2023). Accanto a Il ritorno di Ulisse in patria (15, 18/11)
e Didone e Enea (16, 19/11), la Trilogia d'Autunno presenta il
recital del controtenore Jakub Józef Orliński e dell'ensemble Il
Pomo d'Oro (17/11).
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