LETIZIA VICIDOMINI, NON SI UCCIDE IL
PASSATO (MURSIA, PP. 272, EURO 18) - Nuova indagine per il
poliziotto in pensione Martino, eroe dei romanzi di Letizia
Vicidomini. Stavolta l'ex commissario è alle prese con un
omicidio e un cold case. Un colpo in pancia. Un uomo precipita
dal balcone, cade all'indietro e si schianta nel vicolo. Chi ha
sparato a Giacomo Rinaldi? Rinaldi è un marito violento. Gli
investigatori scoprono che ha "frequentazioni pessime e un
passato pieno di macchie. Ha sfiorato la galera più volte",
l'illegalità il suo pane quotidiano, commercia in armi e
munizioni e gestisce un giro di scommesse clandestine.
A far luce sulla sua morte è il commissario in pensione Andrea
Martino che, malgrado i problemi di salute, non si accontenta di
fare il nonno, innaffiare le piante e cucinare manicaretti, lui
goloso di pasta e fagioli e melanzane a pullastiello. Oltre al
giallo Rinaldi, dovrà sbrogliare la matassa di un vecchio caso,
riguardante suo nonno nonché omonimo e anch'egli commissario; il
nonno intrecciò una relazione con una tale Melina che, prima di
morire, ha lasciato un bel po' di pagine di diario. Melina "era
stata l'amore segreto e profondo del nonno. La loro storia era
nata nella difficile ripresa del dopoguerra, quando essere
sopravvissuti al conflitto non era automaticamente un risultato
gestibile. Lui l'aveva salvata da un destino allo sbando, e lei
gli aveva regalato il cuore, senza calcolo, senza aspettarsi
null'altro che l'amore".
L'assassinio del nonno di Andrea è avvolto nella nebbia fitta:
secondo alcuni sarebbe stato freddato da un camorrista con il
quale faceva affari, qualcuno aveva messo in giro questa storia
però mai confermata: "l'inchiesta non fu mai aperta, ma mia
nonna quasi morì di crepacuore. Si può dire che è stata quella
la ragione principale per la quale ho deciso di intraprendere la
carriera in polizia", racconta il commissario che dovrà
ricostruire il puzzle, a distanza di anni. I personaggi del
romanzo si muovono in una Napoli bella e tormentata, una città
'sporcata dal male' ma il capoluogo campano, come scriveva anche
Anna Maria Ortese citata in esergo, gode "d'infinite risorse
nella sua grazia naturale".
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