FRANCESCA TUMIATI, UN'ALLEGRIA DI
TROPPO (FELTRINELLI, PP. 144, EURO 16)
"Un'allegria di troppo", uscito per Feltrinelli, collana
Narratori, è il romanzo-memoir che segna l'esordio nella
narrativa di Francesca Tumiati, firma di "IoDonna" e giornalista
di costume appassionata di astrologia. A muovere i fili del plot
un'eterna ragazza, una 'cianciallegra' che dietro un'euforia
esagerata cela inadeguatezze, malesseri, sensi di colpa,
"pensieri affannati". La felicità improvvisa è propria di chi ha
il cuore a pezzi, come sintetizza una frase di Chandra Candiani,
citata in esergo: "Chi è stato nella tempesta soffre di attacchi
di gioia".
La protagonista di "Un'allegria di troppo" si chiama
Francesca, narra in prima persona e le sue parole sono
un'immersione nella memoria; scavano nella sofferenza, penetrano
negli amori sgretolati e lasciati a metà, nei rapporti familiari
conflittuali, "nei nodi aggrovigliati del masochismo", nelle
divergenze con una madre che, scuotendo la testa, sussurra alla
figlia: "Hopeless", 'senza speranza'. Una madre, alla continua
ricerca di equilibrio e armonia, e in lotta contro un male di
vivere che le attanaglia l'anima. Francesca tenta in ogni modo
di donarle sorrisi: "Ero il tuo giullare".
Francesca ha una sorella gemella, Anna, la prediletta dai
genitori, con un carattere più quadrato e razionale. Mentre
Chicca è l'"inaffidabile", appellativo che lei definisce
"aggettivo-tormento" della sua "infanzia-adolescenza-età
adulta", l'etichetta di inattendibile la fa sentire una che
dimentica tutto e perde tutto, la circonda di insicurezza.
Snocciolare episodi e sentimenti, in una sorta di diario intimo,
la conduce a una nuova consapevolezza: "È il momento di uscire
dai labirinti delle mie favole buie", dice la protagonista.
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