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Andrew O'Hagan, 'altro che connessi, siamo divisi'

Andrew O'Hagan, 'altro che connessi, siamo divisi'

Scrittore a Mantova con Caledonian Road che diventerà serie tv

MANTOVA, 07 settembre 2024, 19:52

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le mille sfaccettature della società in cui viviamo con le sue enormi ed evidenti diseguaglianze. Andrew O'Hagan le racconta nel pungente e tragicomico Caledonian Road (Bompiani), il nuovo romanzo dello scrittore scozzese, atteso come una star a Mantova domenica 8 settembre, nel giorno di chiusura del Festivaletteratura 2024. O'Hagan, che vive a Londra, aveva in mente da molto tempo il personaggio principale del libro, lo storico e critico d'arte Campbell Flynn di cui racconta l'ascesa e la caduta e intorno al quale ruotano famiglie e personaggi diversissimi fra loro. Mondi opposti come le due facce di Caledonian Road. "Ci dimentichiamo che c'è un enorme pubblico che apprezza il romanzo sociale e quindi ho deciso di non limitarmi a descrivere soltanto una famiglia, ma molte famiglie diverse. Per questo libro ho fatto 10 anni di ricerche" dice all'ANSA O'Hagan, raffinato ed ironico come lo stile del suo romanzo.
    In questo affresco delle disuguaglianze, come si inserisce la tecnologia? "Il male supremo è rappresentato dalle differenze sociali. Come possiamo parlare di modernità e di civiltà quando il divario tra i più ricchi e i più poveri è così grande. Non stiamo avanzando, ma tornando indietro. Le società passate erano costituite da persone che arrivavano da diverse parti del mondo.
    Adesso sta avvenendo esattamente il contrario: molti dei nostri governi stanno facendo il possibile per fare sì che i migranti restino fuori dai confini dei loro paesi. Credo che tutto questo sia disumano" spiega l'autore di Effimeri.
    "La tecnologia ci avrebbe dovuto aiutare a sconfiggere le disuguaglianze, invece ha creato un profondo senso di paura e di terrore. Ha contribuito ad aumentare le divisioni religiose, economiche, nazionalistiche. È come se stessimo tutti giocando un gioco del terrore dove Internet viene usato da troppe persone per diffondere odio e astio" sottolinea.
    Nato a Glasgow nel 1968, "sono vecchio abbastanza - dice - da ricordare che negli anni '80, quando sono comparsi i primi computer, c'era questo senso diffuso di entusiasmo perché si pensava che saremmo stati tutti connessi. Invece oggi è come se ci fossero degli enormi grand canyon tra noi. Lo scopo ultimo di questo romanzo è far vedere il problema morale e comprendere l'era che stiamo vivendo, in modo da poter cambiare le cose".
    Capisco, afferma lo scrittore, "che la gente provi questo senso di nervosismo nei confronti dei migranti, ma la realtà è che indipendentemente da dove gli scrittori arrivino, ogni autore è in qualche modo un migrante immaginario".
    Flynn ha 50 anni, è all'apice del successo, ha una moglie, due figli che si muovono nel mondo della moda, ma ha un disperato bisogno di soldi. Decide così di scrivere un libro di self-help che si intitola Perché gli uomini piangono in auto, ma vuole pubblicarlo con il nome di un giovane e affascinante attore con cui fa un patto che si rivelerà pericoloso.
    "Un giorno mi trovavo in un ristorante di New York - racconta, condividendo un breve e divertente aneddoto accaduto veramente - e vicino a me c'era l'editrice di una collana di libri di crescita personale. Mi sono avvicinato a lei e le ho detto: 'potrei scrivere un libro come quelli che pubblichi tu'. Lei mi ha chiesto: 'che titolo avrebbe questo libro?' Si chiama 'Perché gli uomini piangono in auto'. E quale sarebbe il sottotitolo? 'La crisi identitaria del maschio nel XX secolo'. L'editrice mi ha riposto: 'Ti renderò ricco'. Adesso tutti vogliono assolutamente che io scriva questo libro veramente" racconta O'Hagan divertito.
    Le avvincenti seicento pagine di Caledonian Road diventeranno una serie tv. "Nella fase iniziale della stesura sono stato contattato da una serie di registi e produttori come Netflix e Hbo. Prima della pubblicazione del libro in Gran Bretagna ho firmato un accordo con Johan Renck, il regista di Chernobyl e anche con Will Smith, il produttore della serie Slow Horses. Il mio ruolo sarà quello di produttore esecutivo e scriverò anche alcuni episodi" racconta ed è irresistibile anche quest'altro aneddoto sull'adattamento per la serie tv. "Qualche tempo fa a un party a Londra ho trovato sul tavolo una copia di Caledonian Road. Nelle prime pagine c'erano accanto all'elenco dei protagonisti i nomi di quelli che potevano essere i potenziali attori per interpretarli" dice.
   

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