(di Mauretta Capuano)
Storicizzate, mitizzate, chi erano le
femministe degli anni Settanta? Chi erano le donne che hanno
rischiato per aiutare le altre, spesso sconosciute? Esplorare la
loro storia è diventata quasi un'ossessione per Marta Stella, 36
anni, che ha raccontato il cammino compiuto in quegli
incredibili anni in 'Clandestine. Il romanzo delle donne'
(BOMPIANI, PP 378, EURO 20), un romanzo corale, pubblicato da
Bompiani, in cui la voce della protagonista, una sessantottina,
si fonde con quella di tante altre donne tra le quali ci sono
Gigliola Pierobon, Carla Lonzi, Emma Bonino, Adele Faccio e
anche l'attuale ministra per le pari opportunità e la famiglia
Eugenia Maria Roccella.
"La protagonista che ho creato vive della verità storica -
tutto quello che succede nel libro è accaduto davvero - e da un
atto d'immaginazione che ha dentro di se moltissime donne. E'
davvero un racconto corale. Mentre mi immedesimavo in questa
ragazza del '68 c'ero dentro anche io, mia madre, mia nonna. E'
un po' un personaggio universale che ha dentro le donne che sono
veramente esistite, le nostre madri e però anche una ragazza di
oggi. Quando nel pulmino la protagonista dice 'ora tocca a noi'
può riecheggiare nel presente di una ragazza di oggi", racconta
all'ANSA Marta Stella.
Il filo rosso è l'aborto e le battaglie per la legge 194
sull'interruzione di gravidanza, ma questo è soprattutto un
romanzo "sulla scelta e sull'autodeterminazione del corpo della
donna che ha tante similitudini con l'oggi", dice Stella del
libro con cui esordisce nella narrativa. Un'opera originale
nella capacità di fondere intimo e collettivo in un romanzo.
Tutto è partito, racconta l'autrice che vive a Milano,
"dall'incontro con una donna che mi ha donato un frammento della
sua storia" spiega rievocando quel viaggio su un pulmino con
altre ragazze che scivola nella notte da Milano per andare in un
luogo ignoto ad abortire con cui si apre il libro.
"Era una interruzione di gravidanza seguita da professionisti
che come una catena umana di solidarietà decisero di sfidare le
legge per fa sì che queste ragazze non rischiassero la vita.
Anche se quel fatto non è accaduto a te, è un po' la storia di
tutte. La protagonista pochi anni dopo offre il suo appartamento
e anche questo è vero. Queste ragazze di 23 anni hanno offerto
la loro casa rischiando il carcere per delle sconosciute. Ma chi
oggi a 23 anni lo farebbe?", dice l'autrice.
Poi è arrivata l'intervista con Annie Ernaux, prima del suo
Premio Nobel, quando è stato pubblicato in Italia L'evento che
racconta del suo aborto clandestino. "Lì ho sentito l'urgenza di
scrivere", sottolinea Stella che per due anni si è documentata,
ha scovato e recuperato libri ormai introvabili di quegli anni
nei mercatini e in vecchie biblioteche. "Il femminismo è
arrivato fino alla mia generazione di ragazze degli anni Novanta
con una sigla 'le femministe degli anni Settanta' come se fosse
un agglomerato omogeneo di donne tutte uguali che lottavano per
gli stessi diritti. Invece non erano d'accordo su tutto. Il
giorno in cui venne proclamata la legge 194 non tutto il
movimento era d'accordo. C'era una parte che pensava che il
corpo della donna non dovesse cadere sotto nessuna
legislazione", sottolinea Stella che è giornalista
professionista.
"Ho maneggiato le vite di queste donne con cura e rispetto,
senza pregiudizio. Anzi è nelle loro pieghe oscure che ho
trovato la loro verità. Mi sono chiesta, ma chi erano queste
donne quando erano ragazze? Il romanzo è intessuto delle loro
parole e grida che sono entrate dentro di me per farne non una
lingua nuova ma la lingua del tempo". E cosa si scopre? "Che
loro avevano già detto tutto. Penso al 'Siamo marea' pronunciato
dalle Nemesiache, un gruppo di femministe napoletane dimenticate
da tutti. Le parole degli anni '70 le ritroviamo oggi.
Ritroviamo nei femminicidi la stessa narrazione che vuole
scarnificare la vittima che diventa poi colpevole", sottolinea.
Il Parlamento francese ha appena approvato l'inserimento del
diritto all'aborto nella Costituzione. Cosa pensa di questo
evento?. "È una vera svolta epocale, ma dovremmo ricordarci di
cosa c'è stato prima. Abbiamo un debito morale verso le donne
che hanno sofferto nella loro carne e nel loro spirito a volte
fino al punto di perdere la vita. Le clandestine sono loro"
afferma Stella e auspica che "in futuro si pratichi davvero la
sorellanza che è tendere la mano a una persona che non è tua
amica, a una donna che magari ha una visione diametralmente
opposta alla tua".
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