"Nella bellezza c'è
la condizione ubiqua e metamorfica della resurrezione, che
trasforma, rivoluziona l'esistente: essa è la forza per
rinascere dal nulla, dalla brutalità del male. Fare bellezza non
è un esclusivo privilegio dell'artista, dello scienziato che
lavora per il bene dell'umanità: anche nell'operare silenzioso e
anonimo di tanti eroi della vita quotidiana che donano se stessi
per aiutare gli altri, si fa bellezza". Lo ha detto il filosofo
Stefano Zecchi stasera sul palco della cerimonia di
inaugurazione della Buchmesse di Francoforte con l'Italia Paese
Ospite d'Onore.
Attraverso numerose citazioni letterarie, dai Fratelli
Karamazov, I demoni e L'idiota di Dostoevskij e dal Faust di
Goethe, Zecchi ha fatto compiere un viaggio per comprendere
l'importanza di perseguire la bellezza. "Educare alla bellezza -
progettuale, utopica - e saperla vedere nelle differenze oltre
gli inganni e gli opportunismi: chi ha imparato a rispettare ciò
che è bello, rispetterà il volto dell'altro, senza violarlo,
senza annientarlo. Il coraggio di trovare nelle differenze
quello che accomuna, che consente il confronto nel reciproco
rispetto delle proprie idee, è la bellezza che si chiama
democrazia" ha sottolineato il filosofo.
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