"La cultura è la
nostra religione universale civile, affamarla è un atto di
empietà. Applichiamo un po' di illuminismo su come affrontare la
cosa pubblica e i beni culturali". Lo ha detto stasera il
ministro della Cultura Alessandro Giuli alla cerimonia
d'inaugurazione della Buchmesse di Francoforte, alla Sala
Armonia del Congress Center.
"Nella mia missione istituzionale sono intenzionato a
rappresentare la sacrosanta libertà di espressione di ogni forma
di dissenso compreso quello che possa ritorcersi sul governo a
cui mi onoro di appartenere" ha affermato Giuli.
Un "autentico privilegio" ha definito il ministro la
possibilità di attraversare il palcoscenico della più importante
fiera di editoria al mondo per raccontare l'Italia oggi. In un
mondo "segnato da conflitti, fanatismi", un mondo "in cui i
media e la proliferazione dell'informazione ci ha resi più
liberi, la cultura resta la più importante risorsa per la
paideia dei nostri giovani e soprattutto il miglior antidoto
contro ogni forma di violenza ed estremismo, come abbiamo
ricordato al G7 Napoli".
"Cultura è comprensione dell'altro, dialogo fra entità
plurali e dinamiche senza l'ombra di pregiudizi" ha sottolineato
il ministro. "Siamo eredi di un pensiero universalistico che ha
sempre mirato alla centralità delle persona, consentendo al
nostro sguardo di oltrepassare i confini nazionali, superando la
boria delle nazioni e dei dotti, secondo la lezione di
Giambattista Vico, convinti come siamo che non esistano forme
immutabili, cristallizzate, definitive, di assetti politici e
civili. A questa eredità ci rifacciamo con il titolo Le radici
nel futuro. Partiamo della nostre radici e dalla nostra storia
per presentare un'eredità culturale che da quelle radici trae
forza vitale. Siamo qui per riaffermare la centralità del
pensiero solare. Quella luce che rende compatibili e feconde le
parole Giustizia e Libertà" ha spiegato ancora Giuli.
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