In un mondo dove i comici diventano politici e i politici sono dei veri comici, "Joker è la figura attraverso la quale facciamo i conti con il lato oscuro del divertimento" dice Guido Vitiello, autore di 'Joker scatenato', un saggio con un inedito punto di vista sui nostri tempi edito dalla collana Gramma di Feltrinelli.
Se Joker nasce nel 1940, è solo nel 1989 - ricostruisce il volume - con il film 'Batman' di Tim Burton che comincia a soppiantare nell'immaginario collettivo il suo antagonista Batman. Da lì è tutta un'ascesa di questa figura "emblematica perché tiene insieme - spiega Vitiello - la comicità e il rapporto con i media, mostrando l'aspetto distruttivo, antisociale e sociopatico, dell'umorismo. Joker ha spesso tratti regali: in un fumetto diventa imperatore, in un altro si candida a presidente americano e negli ultimi anni è diventato un meme politico: in America hanno fatto sia Obama sia Trump in versione Joker, da noi in Italia Chiara Ferragni, ma dopo il film del 2019 di Todd Philips lo si è visto in tutte le piazze del mondo come simbolo di protesta". Questo perché - è la tesi di Vitiello - "Joker esprime con un tratto forte lo spirito del tempo, il fatto che la comicità non è più un fattore di consenso, come nel secondo dopoguerra, ma un'arma usata nella lotta contro l'avversario".
Se negli ultimi anni l'umorismo è diventato terreno di scontro, di pari passo c'è stata "la tendenza diffusa da parte dei comici a tentare carriere politiche: Beppe Grillo è il caso più clamoroso del mondo, ma abbiamo anche politici che usano un linguaggio comico, come faceva Silvio Berlusconi". Oggi "il caso più vistoso è Donald Trump, che ha un talento da stand up comedian e un registro perennemente iperbolico. Il punto è che questo modo di stare in scena ha un grandissimo vantaggio: oggi i poteri del re e l'irresponsabilità del clown sono fusi in politici con un enorme potere, che parlano in modo da rendere difficile capire se ciò che dicono è serio o comico. Il piano per Gaza è una mostruosità, ma non viene visto come tale perché - conclude Vitiello, che presenterà il suo libro il prossimo 17 febbraio alla Feltrinelli Sabotino di Milano - non si capisce mai se ciò che dice Trump è vero o una provocazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA