(di Elisabetta Stefanelli)
MARIO APICE, 'L'ORGOGLIO E IL
CORAGGIO. UNA BREVE ILLUSIONE DI LIBERTÀ'' (Europa Edizioni,
pag. 278, euro 16,50).
''Realizzato sotto la spinta emotiva della tentata invasione
dell'Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022,
''L'orgoglio e il coraggio'' mette insieme una vicenda
immaginaria, ma del tutto verosimile, ambientata durante le
tragiche giornate della rivoluzione ungherese del 1956'', scrive
Mario Apice spiegando meglio di come qualunque altro potrebbe
fare gli elementi centrali del suo bel libro. C'è l'emozione
certo, ma anche la cronaca e la cronaca che si fa storia e poi
il romanzo e la narrazione, pure se la spinta etica e a suo modo
politica sembra centrale già dalla frase di Pietro Nenni posta
in epigrafe: ''Si può schiacciare una rivolta, ma se questa,
come è avvenuto in Ungheria, è un fatto di popolo, le esigenze e
i problemi da essa posti rimangono immutati''. Come a dire che
l'uomo vince sulla storia in ogni caso ed accade anche in queste
pagine, che vedono al centro una manciata di personaggi di
fantasia gettati nel vortice degli eventi realmente accaduti.
È l'autunno del 1956 e Budapest appare splendente, nei suoi
scorci e nei suoi tramonti, ma su tutto incombe un presagio.
Sono giorni d'amore tra Lazlo Kun e Julia Kolnay, d'amicizia tra
un gruppetto di giovani in principio spensierati che non hanno
idea di doversi presto trasformare in eroi, ma anche di
dialettica, di quella che si definisce autodeterminazione di un
popolo e della sua legittima aspirazione alla libertà. Tutto
accade in pochi giorni, tra l8 ottobre e il 4 novembre ma segnò
la loro vita per sempre.
''Il gelo calò nel salone. Ciascuno dei presenti aveva nutrito
nell'animo la segreta illusione che, all'ultimo momento,
qualcosa o qualcuno avesse potuto dall'esterno mutare il tragico
corso degli eventi: un sottile quanto purtroppo improbabile filo
di speranza che si spezzava inesorabilmente . Il mondo reale si
mostrava ora in tutta la sua sconvolgente drammaticità''. Qui è
l'Armata rossa che attraversa il confine mentre edifici pubblici
e privati vengono bombardati indiscriminatamente e ancora una
volta il resto del mondo resta a guardare. Una realtà, quella
della guerra, di un popolo, qualunque sia, che pensa di violare
la vita di un altro trascinandolo in un'insensata carneficina
che qui Apice descrive dal lato delle ragioni di chi vorrebbe
resistere. Dalla parte dell'umanità.
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