Medaglia alla carriera della Camera
dei deputati a Pupi Avati. A consegnare al regista il
riconoscimento istituzionale è stato il presidente della
commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone, in
occasione dell'intervento di Avati alla rassegna Le
Conversazioni al Maxxi. La medaglia vuole essere un
riconoscimento istituzionale alla carriera e al successo
internazionale del regista "e per l'apporto che i suoi
capolavori hanno dato al mondo del cinema italiano e a tutto il
sistema culturale", afferma la motivazione del premio.
"È un onore essere qui stasera per consegnare al maestro la
Medaglia della Camera dei deputati con cui stiamo celebrando i
protagonisti del sistema culturale italiano" ha detto Mollicone.
"Non potevamo non celebrare e omaggiare 50 anni di servizio al
cinema che hanno reso Avati un maestro".
"Qual è il mio film preferito? Dal momento in cui ho iniziato
a fare questo mestiere che è una professione recalcitrante
l'ultimo film riassume tutto quello che ho imparato", ha
affermato Avati, intervistato sul palco da Antonio Monda. "Nei
miei 55 film ci sono quelli andati bene e quelli andati male e
anche se questi sono in minoranza mi hanno insegnato di più e
meglio", ha aggiunto. "Questo film è la cartina di tornasole del
declino culturale del paese, una volta si andava anche a vedere
un film difficile e poi non si pensava solo a dove andare a
mangiare la pizza, oppure ci andavamo pure ma discutevamo, il
film ci rimaneva dentro, era oggetto di riflessione e
discussione. Quando invece vai al cinema solo per evasione - ha
sottolineato ancora Avati - questo vuole dire che qualcosa manca
da parte delle istituzioni, e io sto cercando di sollecitare il
governo, sto cercando di indurlo a considerare che gli aspetti
culturali non sono secondari; il cinema non è di sinistra, è
bello o brutto. C'è un cinema orrendo che spesso fa molti soldi
e un cinema bello che spesso non fa una lira; questo paese
merita qualcosa di più di quello che gli viene offerto... il che
vale per tutti i media".
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