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To Gaza, l'orrore filmato dagli abitanti della Striscia

To Gaza, l'orrore filmato dagli abitanti della Striscia

La regista: "I social offuscano le immagini della guerra"

ROMA, 02 novembre 2024, 19:14

di Francesco Gallo

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Giuro davanti a Dio che il mio solo sogno è quello di tornare a Gaza quando questa guerra finirà, trovare la mia famiglia ancora viva e dormire tra le braccia di mia madre e sentire il suo calore e il suo affetto". Questo il semplice desiderio di un giovane palestinese che si racconta in 'To Gaza', docu-film girato da abitanti di questa città martoriata, che si vedrà in prima mondiale domenica 3 novembre al Festival dei Popoli, il festival internazionale del cinema documentario in corso a Firenze.

Si tratta di un instant movie montato, scritto e concepito da Catherine Libert, Fred Piet e Hana Al Bayaty, che racconta il periodo che va dal 7 ottobre 2023, il giorno del massacro di Hamas al Nova festival, fino ad oggi, pieno di immagini spesso cruente (soprattutto quelle dei bambini feriti) della guerra in corso e della resistenza degli sfollati. Da Gaza City fino a Rafah di scena la distruzione, la sofferenza e la sopravvivenza nei campi profughi. Ma nel documentario anche le poesie di Refaat Alarer, ucciso dalle bombe dell'esercito israeliano il 7 dicembre 2023, che accompagnano il racconto di questa tragedia che secondo il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, avrebbe visto oltre 40mila persone uccise in un anno di guerra tra Israele e i militanti palestinesi.

"Questo film è stato montato con le immagini di diverse persone di Gaza con cui sono in contatto dal 2023 - dice Catherine Libert, attrice, regista e montatrice -. Ho visionato così centinaia di ore del massacro in corso e ho concepito poi un montaggio basato su dieci sguardi. Mentre ricevevo i materiali, ho riflettuto spesso sul fatto che le immagini che vediamo sui social network non sono affatto virtuali, ma mostrano morti reali. Ci vengono proposte tra una pubblicità e l'altra, tra quelle che un algoritmo sceglie per noi, per alimentare la nostra sete di consumo. Ormai vedere il corpo fatto a pezzi di un bambino palestinese tra due spot di maglioni di lana mohair non ci sorprende più". E ancora la regista, belga classe 1971: "I social hanno offuscato le immagini di questa guerra, ritenuta troppo violenta, in modo che l'utente potesse continuare a guardare i propri feed senza sentirsi troppo disturbato dalla sofferenza del popolo palestinese. Più che le tragedie in tempo reale, le fosse comuni, le immagini dello sterminio, a colpirmi erano i volti. Ho visto cambiare nel tempo i reporter che per mesi mi hanno inviato foto e video: l'orrore li ha trasformati. Alcuni di loro - continua Catherine Libert - sono morti. Uomini, donne e bambini hanno rischiato la vita ogni giorno perché queste immagini potessero arrivare a noi. Guardare questo film adesso - conclude - è davvero il minimo che si possa fare per gli abitanti di Gaza".

Il film verrà presentato il 3 novembre a Firenze al cinema La Compagnia alle 21.30. Interverranno, oltre alla regista: Riccardo Noury (Amnesty International), Giuseppe Soriani (Medici Senza Frontiere) e in collegamento video Mahmoud Raja Abu Shammala (tra i protagonisti del film).

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